Questo libro è valutato da me:

Per ora questa recensione è quella più difficile da scrivere, ho sentimenti contrastanti riguardo a questa mia ultima lettura e cercare di mettere nero su bianco i miei pensieri sarà tutt’altro che semplice, tuttavia cercherò di fare del mio meglio. Torniamo sul genere thriller, con l’ultimo libro uscito a Giungo 2018 di Lucinda Riley: “La lettera d’amore“, tradotto da Taiuti Leonardo, appartenente a Giunti editore.
Non avevo mai letto un libro di questa autrice, questo è il primo, ma informandomi su internet ho visto che è il suo primo thriller uscito e che di solito si cimenta in romanzi leggermente diversi, intrecci del destino, storie d’amore, mi ha quindi incuriosito molto e senza ombra di dubbio andrò ad approfondire la sua conoscenza leggendo altre sue opere per poi valutarne un confronto, vedere in cosa spicca di più.
Tornando a parlare di “La lettera d’amore“: siamo negli anni ’90 e Joanna è una giovane giornalista proveniente dallo Yorkshire, trasferitasi a Londra in cerca di carriera nel suo settore. Per un articolo viene mandata alla commemorazione del famosissimo attore 95enne, appena venuto a mancare: James Harrison. Alla cerimonia Joanna conosce un’anziana signora, all’apparenza molto malata che siede di fianco a lei, infondo alla stanza. Pochi giorni dopo la giornalista riceve una vecchia lettera d’amore ed un biglietto da Rose, l’anziana signora conosciuta, ma quando cerca di chiedere qualche spiegazione Rose è morta e la casa totalmente svuotata: è come se non fosse mai esistita. Quando anche il suo appartamento viene totalmente ribaltato in modi molto insoliti per dei classici ladri, Joanna capisce di avere tra le mani una storia che va al di là di una semplice storiella d’amore e di un’anziana signora un po’ strana ed inizia così la sua estenuante ricerca della verità, fatta di segreti pericolosi da svelare, di relazioni adultere e molto altro.
Il libro è ben scritto, la storia fluida, benché gli manchi forse l’elemento che contraddistingue un thriller: la suspence. Ammetto che tiene comunque incollati alla lettura senza distrazioni, ma è sfornito di reali momenti di suspence. Durante la narrazione vengono anche dati pochi indizi, risulta quindi difficile anche farsi delle ipotesi e cercare di arrivare da soli alla soluzione, personalmente è una storia talmente intricata che senza indizi è davvero difficile farsi un’idea propria sugli accaduti ed è, secondo me un punto a sfavore per un libro di questo genere, dove magari sarebbe più logico arrivare alla conclusione insieme, gradualmente insieme alla storia. Tuttavia qualche colpo di scena che tira un po’ su i punti a favore e contraddistingue la lettura c’è e mi hanno davvero sbalordita, non me li aspettavo proprio e mi hanno lasciato a bocca aperta nel vero senso della parola.
I sentimenti contrastanti del quale parlavo all’inizio, sono riferiti al finale, non sono ancora convinta che mi piaccia perché da un lato capisco che ci sta, è plausibile ed è la giusta e coerente chiusura della storia, ma d’altro canto non mi soddisfa ed avrei preferito una fine leggermente diversa e “più giusta” dal punto di vista morale. Evitando spoiler è difficile spiegare questo mio contrasto, ma in ogni caso è solo un dettaglio, anche se a tratti è inverosimile, la trama è ottima e da molti spunti di riflessione su cosa sia realmente capace di fare “chi sta sopra di noi” quando c’è un segreto di stato da proteggere a costo della vita di molte persone innocenti.


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