Questo libro è valutato da me:
“Indossavi quel casco tutto il santo giorno. E la vera, vera, verissima verità è questa: avevo nostalgia della tua faccia, Auggie, mi mancava. Lo so, a te non sempre piace, ma tu devi capire che… io la amo. Io amo la tua faccia, Auggie, in modo assoluto e appassionato. E mi spezzava il cuore, in un certo senso che tu te la coprissi sempre.”
Come iniziare questo articolo se non con questa meravigliosa citazione da “Wonder” di R. J. Palacio? Davvero, non avrei potuto trovare un modo più significativo di questo.
“Wonder” è un romanzo uscito nel 2012, tradotto da Orcese Alessandra, Giunti editore, è diventato subito molto celebre. Il picco, chiaramente, l’ha ottenuto dopo la riproduzione cinematografica di questo ultimo anno.
Il protagonista è August Pullman, un ragazzino di 10 anni nato con una malformazione al viso, che lo rende apparentemente “deforme” e diverso dagli altri bambini. Ha subito svariati interventi chirurgici per aggiustare “l’aggiustabile” e migliorare così la sua condizione di salute. Per questi motivi ha sempre studiato in casa, fino al momento della prima media dove sua mamma gli propone di iniziare insieme a tutti gli altri bambini la nuova scuola. Titubante a questa difficile scelta, Auggie si butterà in questa esperienza, già difficile per ragazzini dall’aspetto più normale.
La cosa che più amo di questo libro è il fatto che sia adatto ad ogni tipo di età. Davvero, lo può apprezzare un adulto quanto un bambino quanto un adolescente e, data la tematica trattata, è proprio il massimo. Eviterò ogni moralismo a riguardo perché sarebbero parole scontate e superflue: sappiamo tutti quanto le persone, i bambini o i ragazzi possano essere ingiusti e cattivi con persone semplicemente “diverse“, quindi sappiamo già benissimo a cosa andiamo incontro leggendo questo romanzo. Se non piacciono le cose “scontate” non è il libro adatto, ovviamente, ma dovrebbero tutti, almeno una volta nella vita, leggere libri come questi oppure riflettere per lo meno sulle tematiche trattate.
I capitoli sono scritti come fossero un diario personale, inizialmente è Auggie che parla, poi i vari capitoli cambiano narratore, passando per Olivia, sua sorella ed alcuni suoi amici. In questo modo l’autore ci offre più punti di vista e trovo questa idea funzionante perché se fosse stato tutto dal punto di vista di August sarebbe stato piatto e forse, davvero, scontato.
A tal proposito, mi son focalizzata molto sui personaggi intorno ad August, specialmente quello di Olivia perché trasmette anche le difficoltà di avere a che fare con una persona “diversa”, specialmente in età adolescenziale dove ogni emozione e sentimento è amplificato all’ennesima potenza. Si capisce quanto comunque, nella sfortuna di avere un aspetto non tradizionale, Auggie sia stato in realtà fortunato ad avere una famiglia sempre pronta ad aiutarlo e supportarlo in ogni difficoltà della sua burrascosa vita, non sarà così mai solo al mondo.
Sì, devo proprio dire che fa riflettere sotto ogni punto di vista, essendo anche una lettura molto scorrevole, vale assolutamente la pena di farla.
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