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Sui miei social, come Instagram (sul quale vi invito a seguirmi), si è discusso molto riguardante questo libro e, di conseguenza, poi del film.
Mi riferisco a “La ragazza del treno“, di Paula Hawkins e regia del film a cura di Tate Taylor. Il libro esce nel 2015, il film nel 2016. Il libro è diventato in pochissimo tempo un best-seller, ha ricevuto molta pubblicità, anche Stephen King si è dilettato nel dare un parere a riguardo. Insomma, pareva fosse davvero un gran successo. Nel film vediamo Emily Blunt nei panni della protagonista, Rachel.

La vita di Rachel non è esattamente una vita invidiabile. Non è più una ragazzina, vive nella camera degli ospiti di una vecchia amica di università, che è abbastanza compassionevole e sciocca da perdonare ogni volta le sue uscite da donna con evidenti problemi di alcolismo. Ogni mattina Rachel prende lo stesso treno, lo conosce come se fosse casa sua, la strada, le case che scorrono. Tutto è sempre uguale ed è il momento della giornata che preferisce: da lì può osservare e fantastica sulla vita delle persone che vede dal finestrino, dalle case che incrocia. Quando il treno si ferma sempre allo stesso semaforo, si trova sempre a spiare la stessa coppia: un uomo ed una donna che a quell’ora fanno colazione sulla terrazza di casa loro. Li osserva, fantastica su di loro, sui loro nomi, i loro lavori. Nella sua mente sono la coppia perfetta, tutto quello che lei vorrebbe o avrebbe voluto dalla sua vita.
Tuttavia una mattina Rachel, sulla terrazza, vede qualcosa che non dovrebbe e da quel momento la sua vita e quella della coppia cambia per sempre e così si trova inspiegabilmente legata a loro. La domanda è che cosa abbia visto Rachel, quella fatidica mattina.

Partiamo dal presupposto che, come avrete visto nella recensione del libro (se non l’avete letta, cliccate qui), a me non è proprio piaciuto. Per carità, c’è molto di peggio, non è un libro illeggibile né così brutto. Diciamo che, per gli appassionati del genere thriller, in particolare quello psicologico, non è proprio il massimo. Molte parti psicologiche dei personaggi andavano assolutamente approfondite, a fine thriller mi sono rimaste molte domande. Tuttavia ho deciso comunque di dilettarmi nel guardare il film, per amore di completezza. Il film, se possibile, mi è piaciuto ancora meno rispetto al libro.
L’interpretazione di Emily Blunt, purtroppo, non mi è piaciuta molto. Rachel me l’ero immaginata molto diversa. Era una donna sempre ubriaca, confusa, un po’ grassottella dopo aver perso la linea a causa dei suoi problemi. Era una bugiarda, diceva bugie a tutto spiano, consapevole di farlo. Tutte queste cose non sono passate tramite la Rachel del film, dove, tutto sommato, era una ragazza mingherlina ed anche abbastanza gradevole.
Nota molto dolente per me è stato il personaggio di Scott, interpretato da Luke Evans, che nel libro era comunque abbastanza rilevante, era un sospettato per la scomparsa della moglie Megan, anche lui avevi i suoi misteri e i suoi lati oscuri. Personalmente mi piaceva anche abbastanza. Tutto ciò non l’ho ritrovato nella pellicola cinematografica, dove Scott era quasi un personaggio irrilevante, che ha avuto ben poco spazio nella storia, anche se è l’unico che, bene o male, era simile fisicamente a quello del thriller e quindi un po’ azzeccato, rispetto agli altri, perché, come avete capito, la scelta degli attori per me non è stata azzeccata proprio per nessuno dei personaggi, proprio nelle descrizioni fisiche erano davvero delle persone diverse e, secondo me, anche caratterialmente.
L’ambientazione è l’unica che mi è piaciuta. Le villette vicino la ferrovia, il sottopassaggio: tutto molto azzeccato e simile alla storia. Una tipica stradina tranquilla di periferia, che tuttavia nel libro era di Londra, nel film diventato New York, ma questa per lo meno è una sottigliezza.
Essendo poi un thriller, ci si aspetta suspance, un po’ di tensione. Personalmente mai avvertita durante tutta la durata del film. Inoltre, all’inizio, ci sono alcune riprese dei personaggi un po’ particolari che, francamente, sembrano rivelare fin da subito il colpevole della scomparsa. L’ho visto con una persona che non aveva letto il libro e dopo i primi due minuti aveva già capito tutto, a causa di queste cose! Quindi, già mi aveva convinta poco il libro, il film ancora meno.
A meno che non abbiate nulla da vedere e vogliate vedere un film poco impegnativo, non ve lo consiglio. Perdete tempo e rimanete con svariati dubbi e domande.


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