Ho pensato tutto il giorno a cosa avrei potuto scrivere in questa giornata. Di norma mi limito al silenzio, ma avendo un sito ed un profilo Instagram un po’ seguiti, non mi sembrava il caso. Se non fa sentire la propria voce chi ha, seppur poca, visibilità, chi dovrebbe farlo?
Oggi, 25 Novembre, è la giornata contro la violenza sulle donne. Su questo argomento ormai ci sarebbero tante cose da dire, ma la maggior parte sono già state dette ampiamente su ogni social nelle giornate fra ieri ed oggi, che stare a ripetere sarebbe davvero superfluo.
Mi limito semplicemente a dire che violenza, non è intesa solo quella fisica, ma anche psicologica. Paradossalmente, proprio ieri che sono andata a fare la spesa, ho parcheggiato la macchina nel primo posto disponibile vicino all’entrata. Nell’auto in parte alla mia c’era una famiglia, l’uomo al volante, la donna sul sedile del passeggero e i due figli dietro. La loro macchina era spenta, ma loro erano dentro. L’uomo stava letteralmente urlando contro la donna, nonostante i finestrini chiusi, chiunque nel parcheggio poteva udire quelle urla, seppur indistinte. La donna aveva la testa bassa, guardava le sue ginocchia e lui che continuava ad urlarle contro chissà che cosa. Sono rimasta davvero colpita da questa vicenda, perché anche questa è violenza, non solo quella che può riportare un livido o una ferita, ma anche quella psicologica, che spesso può essere anche più invalidante di quella fisica. Io le motivazioni di quella lite chiaramente non le so, a chiunque di noi capita di discutere animatamente con la persona che amiamo, ma lo sguardo di quell’uomo andava molto lontano da una concezione di amore e rispetto, che anche durante una lite dovrebbe permanere fra due persone. Inoltre erano presenti anche i figli, al quale bisognerebbe insegnare il rispetto fin da subito. Se un ragazzo o un bambino impara che è normale urlare e inveire contro una persona, farò suo questo comportamento e lo riproporrà in età adulta: l’educazione parte dai primi anni di vita.
Insomma, questa piccola mi ha fatto riflettere perché siamo noi donne in primis a voler dire basta a queste cose, a non stare con uomini che non ci rispettano, a non portare avanti relazioni deleterie e a pretendere di essere trattate al pari di ogni uomo. Non è mai troppo tardi, eliminiamo dalla nostra vita qualsiasi forma di non rispetto, cerchiamo di relegare in un angolo remoto del mondo questi uomini che sanno farsi rispettare solo con la forza.
Per rimanere in tema del mio blog, ho così deciso di raccogliere alcuni libri che ho letto negli ultimi anni, che hanno come protagoniste delle donne forti, in un qualunque genere letterario, in un qualsiasi romanzo. Il minimo comune denominatore è solo la forza, emotiva e fisica, che spesso noi donne dimentichiamo di avere e che, in giornate come queste, è giusto ricordare.
“Hunger Games” di Suzanne Collins. Katniss è una donna “con le palle sotto”. Ha la forza di andare contro ad un sistema che vede come soli vincitori i ricchi, che sono ricchi con lo sfruttamento dei poveri. Katniss è una ragazzina, ha sedici anni, ma questo non le impedisce di sfidare chi sta ai vertici e far valere la sua vita, insieme a quella di un popolo intero, che è trattato come lei.
“Resta con me” di Tami Oldham Ashcraft. Tami, che è anche la protagonista, ha scritto un libro autobiografico. Difatti Tami è una donna strabiliante che, negli anni ’80 è sopravvissuta per quarantuno giorni dispersa nell’Oceano Pacifico, prima di essere avvistata. Tami si sente sola, un po’ pazza con le allucinazioni, ma sopravvive, riesce a dirigere la nave senza vele ne motore, verso le isole delle Hawaii, con le poche conoscenze di navigazione che ha.
“La treccia” di Laetitia Colombani. E’ la storia non di una, ma di tre donne strabilianti. Tutte e tre lottano contro qualcosa di diverso, ma a loro modo molto simile. Tutte e tre combattono contro qualcosa di più grande di loro, si fanno spazio nel mondo con la loro unica forza morale ed emotiva, contando solo su se stesse per poter cambiare la loro vita.
“La donna di ghiaccio” di Robert Bryndza. E’ un thriller che ha come protagonista una detective donna alle prese con i suoi disturbi post lutto. Difatti Erika, in un’incursione, ha perso suo marito, anch’esso poliziotto, ma questo non le proibisce di continuare a lottare contro il crimine, anche per contro del suo amore ormai perduto.
“Alaska” e “Hanover House“, il suo seguito, di Brenda Novak. Evelyn Talbot è una donna che in età adolescenziale ha subito delle torture indicibili. E’ stata stuprata, violentata e picchiata ed è sopravvissuta per pura fortuna, dopo aver visto le sue migliori amiche morire della stessa sorte. Evelyn combatte per tutta la vita contro uomini come quello che l’ha torturata perché, invece che nascondersi, è ben decisa ad impedire che quello che ha passato possa succedere ad altre donne.
“Divergent” di Veronica Roth. Tris è una ragazza di sedici anni, molto giovane, che come Katniss di Hunger Games, sfida il sistema ingiusto che condiziona le persone da moltissimi anni. La forza e la determinazione di Tris aiuterà migliaia di persone e migliorerà le loro vite.
“Vox” di Christina Dalcher. Qui siamo in un mondo dove le donne sono obbligate dal sistema a fare le casalinghe, a non avere propri conti in banca, a non avere qualcosa che sia solo loro. Sono obbligate ad essere degli oggetti dei propri uomini, non possono neanche parlare, se non per 100 misere parole al giorno, contate da un bracciale fisso al loro polso che da scosse molto forti se si supera il limite. La protagonista, per sè stessa, per sua figlia e per tutte le donne come lei, troverà il modo di combattere questa ingiustizia e riconquistare i diritti per ogni donna.
Storie molto diverse fra di loro, come potete notare, ma la forza e la determinazione della donna è sempre protagonista di questi libri. Queste donne hanno avuto la forza di dire basta, di farsi rispettare, di riprendersi i propri diritti perché nessuno può limitare le nostre vite e lo hanno fatto non solo per loro stesse, ma anche per tutte le altre donne che, come loro, vivevano in quella condizione. Noi donne siamo forti, esattamente come gli uomini, solo che spesso ce ne dimentichiamo e non abbiamo il coraggio di farci valere. Queste giornate servono a questo, non per ricordarcelo, ma per cercare di darci la forza che gli altri 364 giorni dell’anno forse dimentichiamo. Non è una giornata a cambiarci la vita, ma è da una giornata che possiamo iniziare a farla cambiare. Forza donne.
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