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Se cercate un libro veloce e carino da leggere, “Un posto per Victoria” di Veronica Evangelisti fa proprio per voi. Ormai è chiaro che con questa rubrica di autori emergenti mi cimento nelle letture più varie ed in questo caso mi sono trovata davanti una lettura a tratti molto impegnativa.

Trama:
Un momento solenne: il trapasso di un’anziana signora. Per alcuni mamma, per altri sorella, per altri ancora nonna, come per Viola De Santis, appunto. La grande famiglia, grande e sbriciolata da mille incomprensioni e litigi, si trova riunita per l’ultimo saluto alla “tigre”. In quella circostanza di morte, Viola si pone molti interrogativi sulla vita. Domande e riflessioni sul senso della famiglia, sui rapporti tra i componenti che erano lì accanto a lei. Andando indietro con la memoria, in un passato che non poteva essere poi così lontano, se la nonna era ancora tra loro, riaffiorano situazioni tanto assurde e diverse da sembrare distanti mille anni. La dolorosa, pesantissima situazione della nonna da giovane, la guerra, l’immane fatica di vivere. Cos’è, quindi, la morte…? Una liberazione? Una resa dei conti? Un momento che fa piangere alcuni e lascia altri indifferenti? C’è un detto che dice che chi muore lascia il posto a chi arriva…

L’autrice dice di sé:
Veronica Evangelisti, nata a Roma il 08-10-1983. Diplomata in grafico pubblicitario nel 2002, decide di non appassionarsi a questo lavoro perché sa che non è quello che ama. Comincia subito a lavorare nel settore della vendita, scrivendo sempre per sé in un diario tutti gli aneddoti che le capitano durante il giorno. Ama raccontare storie. Il suo sogno è diventare attrice di teatro, ma rimane solo un sogno. Nel 2009 crea la sua famiglia, nel 2011 e nel 2014 diventa madre ed è proprio in questo momento di riflessione, dopo aver perso il lavoro a causa della sua prima gravidanza, che decide di cominciare a scrivere un libro. In questo periodo la scrittura diventa la sua amica, scrivendo Un posto per Victoria.

Viola, la protagonista, rivanga per tutta la durata del romanzo vari ricordi e aneddoti della sua vita, in occasione di un funerale. I ricordi che vengono sottoposti al lettore non sono altro che le tipiche avventure di una famiglia tradizionale del Sud, pugliese in questo caso. I miei parenti sono tutti del meridione, quindi purtroppo, o per fortuna, conosco molto bene tutte le tradizioni, tutti i luoghi comuni e tutte le fisse di quei posti e l’autrice le ha raccontate e tramandate nel modo più semplice possibile, senza pregiudizi o cattiveria insomma, anche perché, alla fine, era davvero così un tempo.
La scrittura non è perfetta, qualche errore è presente all’interno del romanzo, ma tuttavia si parla sempre di un primo libro e quasi nessuno ad un esordio è Alessandro Manzoni. Il contenuto tuttavia, a mio parere, fa passare oltre a questo, perché davvero è profondo, parla di vita vera, non della famiglia del Mulino Bianco, ma di famiglie tradizionali ed anche terribilmente travagliate. Insomma, se volete assaporare un po’ di Sud ed un po’ di vita vera, non dovete far altro che leggere “Un posto per Victoria“. La sua vera essenza è senza dubbio la famiglia, quella che, seppur strana e travagliata e, a tratti cattiva, c’è sempre nel momento del bisogno e che, nonostante tutto, è sempre un sostentamento ed un aiuto sempre presente nella vita.

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