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Oggi la rubrica degli autori emergenti si tinge di giallo. Un giallo dalla trama sconvolgente, coordinato da due detective donne, che rende il tutto ancora più intrigante. Mi riferisco a “Il killer del decalogo” di Tiziana Privitera uscito nel 2017, edito da Robin.
Trama
Los Angeles. Davanti alla cattedrale di Saint Paul viene rinvenuto il corpo di una donna, uccisa con un colpo di pistola e marchiata a fuoco con l’indicazione di un passo biblico: il primo dei dieci comandamenti. Le delicate indagini vengono affidate all’unità speciale della omicidi, un team di quattro detective specializzati nella soluzione dei casi più efferati. Quando, però, a una settimana esatta di distanza l’uno dall’altro, vengono ritrovati i corpi di altre due donne marchiate con i passi del secondo e terzo comandamento, l’ipotesi di un serial killer comincia a farsi sempre più concreta. Un killer freddo e calcolatore, che si rivelerà essere molto più vicino ai detective di quanto loro possano mai immaginare.
Biografia dell’autrice
Sono nata a Milano il 28 Novembre 1975 ed insegno storia della religione in una scuola primaria.
Sono cresciuta a pane e crime, “colpa” di mia nonna che non si lasciava scappare neppure una puntata dei tanti telefilm polizieschi che imperversavano negli anni 80.
La mia passione per il giallo e per le indagini con ogni probabilità è nata proprio lì, tanto che da piccola volevo fare l’agente di polizia o l’investigatrice privata poi, però, ho pensato che scrivere di killer ed omicidi sarebbe stato certamente meno pericoloso.
Io, che come l’autrice, sono cresciuta a pane e crime, non potevo che essere entusiasta di questo libro. La trama è accattivante, degna dei migliori libri gialli in circolazione, è davvero intrigante questo legame con la religione, dei comandamenti sulle vittime e di questo killer seriale molto inquietante. Insomma, i presupposti per un ottimo giallo ci sono, ma la lettura sarà stata all’altezza? Assolutamente sì. L’autrice sa il fatto suo, senza ombra di dubbio, si denota in ogni pagina. La scrittura è molto fluida, il libro risulta davvero ben scritto, molte cose vengono descritte nei minimi particolari. Insomma, si vede che non si è svegliata un giorno ed ha deciso di scrivere qualcosa, ma che è pensato e studiato molto bene e per nulla in modo banale, oltre a tutto. Reputo infatti il linguaggio di Tiziana Privitera molto forbito, per molti termini specifici ed azzeccati che ha utilizzato all’interno del giallo, che è una cosa che mi ha sorpresa moltissimo. Forse, per una persona che di gialli non ne legge e non ne vede molti, può risultare un po’ troppo, per i termini un po’ specifici, ma tutto sommato penso che ci si possa adattare proprio tranquillamente.
Dopo una vicenda verso la fine del libro, mi è risultato abbastanza chiaro chi potesse essere il colpevole, avrei preferito capirlo un po’ più tardi, ma penso che questo sia dovuto anche al fatto che, di gialli, ne ho letti davvero moltissimi, quindi stupirmi fino alla fine risulta davvero molto difficile. Tuttavia, nonostante ciò è davvero sconvolgente la conclusione e non scontata.
L’unica nota negativa, forse, è che c’è un fatto, all’interno del libro, che ho trovato un po’ forzato. Ovviamente non posso entrare nei dettagli, sennò vi svelerei un po’ troppo del libro, ma non è una cosa fastidiosa ai fini della storia, ne fa perdere punti al libro in sé.
In conclusione, mi sono davvero chiesta perché non ho trovato questo bellissimo libro sullo scaffale della libreria di fianco casa, merita davvero questo e molto altro.
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