Finalmente inizio a popolare anche questa sezione del blog! E’ un processo molto lento purtroppo, ho iniziato coi film, andando un po’ a rilento rispetto ai libri, ma non vedevo l’ora di inoltrarmi nelle serie TV, ennesima mia passione di questo mondo!
Oggi mi riferirò ad una serie TV uscita l’anno scorso su Netflix che è “The end of the f***ing world“. Non mi incuriosiva granché, ma dopo essere stata bombardata sui social da questa serie, ho deciso di inoltrarmi nella visione della prima stagione caricata. Parlo di questo telefilm in occasione del fatto che, qualche settimana fa, Netflix ha annunciato che quest’anno uscirà la seconda (e conclusiva? Chissà!) stagione e quindi facciamo un reminder della prima, in modo da arrivare pronti alla data di uscita.

“The end of the f***ing world” è una serie originale Netflix creata da Jonathan Entwistle ed è basata sull’omonimo fumetto. La trama è molto semplice. Sono due ragazzini di diciassette anni, James e Alyssa, che stufi della loro vita decidono di scappare intraprendendo un viaggio che si rivelerà molto sfortunato. James è un ragazzo abbastanza consapevole del fatto di essere uno psicopatico, Alyssa è una ragazzina ribelle, molto lunatica a cui non va mai bene nulla.
Il telefilm è formato da 8 episodi, di 20 minuti l’uno circa. In generale è stata molto acclamata dalla critica, ottenendo una percentuale di gradimento pari al 97% (fonte: Wikipedia).
Onestamente? Non so davvero se essere d’accordo, a me non ha fatto particolarmente impazzire! Non conosco il fumetto, non so com’è formato, i modi utilizzati di narrazione e la dialettica scelta, ma il telefilm è dannatamente crudo. Sia chiaro, non sono una troppo sensibile su queste cose, guardo tranquillamente serie stile “Viking” o “Il trono di spade” dove non viene risparmiato proprio niente in fatto di crudeltà, eppure “The end of the f***ing world” a tratti mi dava molto fastidio. Un conto è essere crudi in scene di battaglie, guerre, in telefilm ambientati in epoche dove l’ultimo dei pensieri era la sensibilità, e un altro conto è esserlo in modo del tutto ingiustificato. Ci sono certe scene che mi hanno un po’ schifata, che hanno urtato la mia sensibilità, ma in modo del tutto immotivato, davvero.
La storia di per sé è carina, gli episodi durano poco, non sono pesanti, li vedi molto velocemente, anche se pure i protagonisti sono strani, non credo di essere riuscita a capirli realmente nel corso dei pochi episodi a disposizione, sono rimasta davvero interdetta, spesso non capivo il senso delle azioni, di alcune frasi, di alcune scelte.
In ogni caso, penso sicuramente che Netflix abbia serie TV migliori di questa e, se non fosse stato per l’estrema pubblicità fatta, non credo che mi sarei mai messa a guardarla.
La fine lascia molto a desiderare, non si capisce bene cosa sia successo, ma, essendo appunto un finale di stagione, includendone un altra, direi che come scelta, almeno questa, ci stava, per tenere alta la curiosità.
Una menzione particolare, comunque, va fatta ad Alex Lawther che interpreta James perché è stato dannatamente bravo! Forse si può pensare che la sua parte sia molto semplice, ma, pensateci, quanto può essere difficile recitare per ore mantenendo la stessa identica espressione, la stessa postura, riuscendo a non far trasparire nessuna emozione? Fa fin ridere come cosa, ma è stato davvero bravissimo!
Insomma, aspetterò con impazienza la nuova stagione a questo punto, sperando che chiarisca un po’ quello in cui la prima mancava, anche se spesso Netflix tende a cadere un po’ in questi casi, come ha fatto con la serie TV “Tredici” che sta portando decisamente troppo avanti. Speriamo non sia questo il caso, ormai mi ha incuriosita e voglio vedere dove andrà a parare!
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