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Dopo aver giocato al videogame, non potevo non leggere la saga da cui è tratto. La trama era molto allettante, ne ho sentito parlare molto bene, quindi eccomi qua. Oggi vi parlo di “Metro 2033“, il primo capitolo della saga, uscito nel 2005, di Dmitry Glukhovsky, edito da Multiplayer Edizioni e tradotto da Cristina Mazzuchelli.
L’anno è il 2033. Il mondo è ridotto ad un cumulo di macerie. L’umanità è vicina all’estinzione. Le città mezze distrutte sono diventate inagibili a causa delle radiazioni. Al di fuori dei loro confini, si dice, solo deserti e foreste bruciate. I sopravvissuti ancora narrano la passata grandezza dell’umanità. Ma gli ultimi barlumi della civiltà fanno già parte di una memoria lontana, a cavallo tra realtà e mito. L’uomo è stato sostituito da altre forme di vita, mutate dalle radiazioni e più idonee a vivere nella nuova arida terra. Il tempo dell’uomo è finito. Poche migliaia di esseri umani sopravvivono ignorando il destino degli altri. Vivono nella metropolitana di Mosca, la più grande del mondo. È l’ultimo rifugio dell’umanità. Le stazioni sono diventate dei piccoli stati, la gente riunita sotto idee, religioni, filtri dell’acqua o semplicemente per difendersi. È un mondo senza domani, senza spazio per sogni, piani e speranze. I sentimenti hanno lasciato spazio all’istinto di sopravvivenza, ad ogni costo. VDNKh è la stazione più a nord, una volta la più bella e più grande. Oggi la più sicura. Ma oggi una nuova minaccia si affaccia all’orizzonte. Artyom, un giovane abitante di VDNKh, è il prescelto per addentrarsi nel cuore della metro, fino alla leggendaria Polis, per avvisare tutti dell’imminente pericolo e ottenere aiuto. È lui ad avere le chiavi del futuro nelle sue mani, dell’intera metro e probabilmente dell’intera umanità.

Di libri nella mia vita ne ho letto qualcuno e posso dire molto sinceramente che il modo di scrivere varia molto dal paese dello scrittore. L’autore di “Metro 2033” è russo ed ha una scrittura inusuale ai miei occhi da lettrice. Il modo di descrivere e raccontare le cose è davvero diverso da quello a cui sono abituata, non ho letto molti libri di autori russi.
Il libro si presenta ben descritto, molte cose sono descritte nei minimi particolari come la situazione all’interno delle metro, le varie vicessitudini che si sono create nel corso del tempo fra la gente sopravvissuta. Insomma, non si risparmia nei dettagli, anche sull’oscurità stessa delle metro dove, dice quasi testualmente, che è talmente oscura che la puoi quasi fin toccare con una mano. Si respira ansia, paura, tensione. Mi sono ritrovata a leggerlo fino a tardi la sera e la sensazione era davvero di inquietudine, ve lo posso giurare.
Il mondo distopico creato dell’autore è molto originale, secondo il mio punto di vista. Mette tensione solo a pensarlo, figuriamoci a viverlo! Sono le stesse identiche emozioni provate nel giocare al videogame, anche se la storia prende direzioni diverse, per ovvie motivazioni. Trovo l’idea davvero geniale, che fornisce degli spunti di riflessione e dà modo ad avere dei seguiti, così come è stato fatto. Quello che mi colpisce di più è che sia stato scritto nel 2005, che ovviamente non è una vita fa, ma sicuramente in quegli anni era più inusuale leggere questo genere di storie, è davvero notevole.
Per me il libro è stato molto scorrevole, anche se qualche pecca la presenta. Per un lettore non russo e che di russo non ci capisce una mazza, ricordarsi o identificare i nomi delle metro può risultare molto difficile, se non quasi impossibile ed era un peccato non farsi una chiara idea dei vari spostamenti descritti e quant’altro. Mi sono aiutata con delle vere mappe per farmi un’idea, altrimenti era difficile, i nomi sono davvero complessi, il russo non è una lingua poi così alla mano, almeno per me. Inoltre, se non vi piacciono le fasi descrittive all’interno di un fantasy, potreste non apprezzarlo poiché abbastanza presenti. Anche se, come vi ho detto, per me è stato il punto forte del libro: così facendo permette di entrare totalmente nella storia, insieme ai personaggi, nelle metro della grandissima città di Mosca, in Russia.
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