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“Incubo” di Wul Dorn è un thriller psicologico tipico dell’autore. Edito da Corbaccio Editore, il libro esce nel 2014, tradotto da A. Petrelli.

Simon è un ragazzo difficile, rinchiuso da sempre nel suo mondo. La sua vita precipita in un incubo dopo la morte dei genitori in un terribile incidente d’auto, dal quale Simon esce miracolosamente illeso ma, da allora, soffre di fobie, allucinazioni, sogni che lo tormentano ogni notte. Costretto a trasferirsi dalla zia Tilia dopo un periodo di riabilitazione in ospedale, passa le sue giornate esplorando la campagna sulla bicicletta del fratello Michael. Nella zona sembra aggirarsi un mostro: una ragazza è scomparsa, e una notte si perdono le tracce anche di Melina, la fidanzata di Michael, il quale diventa l’indiziato principale. Insieme a Caro, una ragazza solitaria che ha conosciuto nella sua nuova scuola, Simon affronta le proprie paure più nascoste e va a caccia del lupo che miete le sue vittime nel bosco di Fahlenberg. Ma niente è come sembra. Oscuro, inquietante, avvolgente.
Ok, devo fare coming out. Gli ultimi due libri che ho letto di Wulf Dorn non mi sono affatto piaciuti. Ok, l’ho detto, sono pronta alla ghigliottina, vi capirò, non ce l’avrò con voi per questo.
Purtroppo, e lo dico davvero col cuore, fra “Phobia” e questo, non so quale mi sia piaciuto di meno. Credo questo, ma solo perché ho trovato, quanto meno, la storia dell’altro un po’ più accattivante.
A me lo stile di Dorn piace, quindi non è neanche questo il problema. In questi ultimi libri letti non riesco ad empatizzare con i personaggi. E’ una bella storia, forse anche interessante, anche se non durante tutta la durata, ma comunque accattivante. Il fatto è che lo percepisco in modo molto distaccato, non riesco a pensare alla bruttezza delle cose che accadono perché continuo a pensare “ma perché a ‘sto povero ragazzo nessuno l’ha mai aiutato?”. Non so, ho un misto di emozioni riguardante a questo libro e ciò davvero mi spiace.
Ho letto, inoltre, che molti sono stati sorpresi dal finale che, per chi conosce un minimo Dorn, era abbastanza banale. Forse se fosse il suo primo libro letto capirei, ma in questo modo, me lo aspettavo. Più o meno dopo un quarto del thriller ho iniziato a pensare che sarebbe potuto finire in quel modo, per via di tutti gli indizi e tutte le basi “buttate” durante lo svolgimento della storia. E credetemi, di norma io non sono affatto perspicace nel trovare colpevoli e immaginare una fine non banale, e così vi ho già detto tutto.
In conclusione, se siete appassionati di Dorn, tenete conto assolutamente di una possibile delusione. Se invece vi state approcciando per la prima volta a lui, leggetelo a cuor leggero, ma sappiate in cuor vostro che questo autore sa fare molto di più, quindi non fermatevi e leggete altro che gli appartiene.
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