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Eccoci tornati a parlare d’amore, perché non ce n’è mai abbastanza. Torniamo a parlare d’amore con “Il quaderno dell’amore perduto” di Valérie Perrin, uscito questa estate 2020, edito dalla casa Editrice Nord. Cosa ha attirato il mio sguardo verso questo romanzo in libreria? La copertina, il titolo. Il titolo forse più di tutto, mi ha rubato il cuore prima ancora di leggerlo e, moltissime persone, su Instagram mi hanno detto che valeva veramente la pena leggerlo. Insomma, chi sono io per tirarmi indietro? Assolutamente nessuno. Così l’ho letto e non potevo fare cosa migliore. Andiamo tuttavia per ordine.

La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l’una uguale all’altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly – un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia – e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un’esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi – quell’amore – dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi. Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l’amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d’impugnare la penna per scrivere il proprio destino?

Come vi dicevo prima, in tanti mi hanno detto quanto valesse questo libro, così ho deciso di leggerlo quanto prima. Devo essere sincera però, all’inizio non sono riuscita ad appassionarmi. L’autrice ha un modo di narrare e raccontare la storia che non mi faceva impazzire, non riuscivo a trovare un ritmo e un significato a questo modo strano di raccontare, a volte mi sono un po’ confusa. Questo è accaduto per i primi capitoli circa. Dopo, quando ho preso il ritmo dell’autrice e mi sono adattata, devo dire che non sono più riuscita a staccarmi e mi sono appassionata veramente moltissimo alla storia che mi ha lasciata senza fiato, proprio come copertina, titolo e trama mi avevano promesso.
Alla conclusione, tuttavia, sono rimasta un po’ interdetta, non sono sicura di aver compreso il finale e di averlo interiorizzato, mi sono sentita un po’ incompleta, come se fosse stato tagliata via qualche pagina. Insomma, un rapporto di amore-odio quello che ho avuto con questo libro, ma alla fine i rapporti migliori non sono anche quelli un po’ litigiosi? Ecco, questo è il mio pensiero su questo romanzo. L’ho amato, tantissimo, ma infondo anche un po’ odiato, ma senza ombra di dubbio, è uno di quelli che, proprio per questo, hanno lasciato il segno e non è mica questo l’obbiettivo di un libro? Io credo proprio di sì.

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