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Amo questi libri di spessore, libri che rimangono nel cuore di chi li legge. Amo quando il mio cuore si scalfisce grazie alla storia che sto leggendo e amo quando mi porta a fare delle riflessioni in merito. Che dite? Non male come preambolo eh? Direi di sì. Con immenso piacere quindi vi presento “Un ago simile” di Annalisa Cesaretti, edito da Royal Book Edizioni, fresco fresco di stampa, approdato sul mio Kindle per una lettura in anteprima. Ora andiamo con ordine e vi presento la sua trama.

Luigi e Marisol Porzi sono simili, ma non uguali. Nelle loro vene scorre lo stesso sangue e insieme sostengono il peso di un cognome che in quel di Colmite, il paesino in cui vivono, è garanzia di guai. Ma la vera affinità che li lega è cucita lungo le battaglie che combattono in virtù di un solo credo: la tutela dei diritti dei detenuti. Dalla cella del Gebella in cui è recluso, Luigi sceglie la via della rivendicazione; mentre sulle pagine del Gazzettino di Colmite sua nipote conduce inchieste per portare allo scoperto le malefatte del direttore dell’istituto di pena. Proprio a causa dell’ennesimo sopruso, le loro vite, prima inscindibili, si separano per sempre. A unirle ancora al di là del tempo e dello spazio, però, resta il sottile filo che gira attorno alle colpe di entrambi fino a imbastire la pelle di Marisol. E tira, si fa sentire, dal giorno del suo primo incontro con Abel, un giovane architetto finito dietro le sbarre per scontare gli errori della sua famiglia e uscito dal Gebella con la sola aspirazione di consegnare un messaggio alla nipote di Luigi Porzi.

Il calendario del review party!

Questa mia recensione fa parte di un review party e potete vedere le varie tappe dall’immagine qui a fianco, io sono la terzultima di molti bei blog che hanno avuto l’onore come me di essere in questo party.
Ora veniamo alla recensione vera e propria. Come avrete capito, io ho amato molto questo libro. Ho amato praticamente tutto, dalla vena romance che è sempre piacevole, che faceva da leggero sfondo a tematiche molto importanti come la realtà delle carceri. Insomma, è stato trattato un argomento così serio e reale, in maniera non pesante, e secondo me questo è il modo migliore di farlo.
Il rapporto che Marisol aveva con suo nonno Luigi è qualcosa di così piacevole da essere commovente, la protagonista stessa è stata definita come una persona davvero meravigliosa, buona d’animo, in netto contrasto con la realtà del nonno. Sublime il paragone con l’ago, che viene ripreso anche nel titolo, in modo così raffinato ed elegante. Una metafora dolce e originale, mi ha fatto quasi venire voglia di farmi lo stesso tatuaggio della protagonista, ve lo garantisco!

Infine, una cosa che io personalmente amo moltissimo, sono le note d’autore, dove l’autrice è riuscita a trasmettere tutta l’emozione che ha donato già da solo il libro, ma con un tocco in più. Considero questo libro un’esperienza da cui transitare, un risveglio per tornare alla realtà dei fatti e con i piedi ben saldati a terra. Che dirvi di più? Andate a scoprire cosa ne pensano gli altri miei colleghi sui loro blog, non vi deluderanno!

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