Dopo aver conosciuto il libro di Davide Lazzeri nella recensione del suo libro, “L’ultimo segreto di Paganini“, è giunta l’ora di approfondire di più la conoscenza dell’autore. Come avrete letto dalla recensione, parliamo di un thriller storico che verte intorno a Paganini, molto interessante e si carpisce molta cultura da esso. Iniziamo subito con le domande perché secondo me l’autore ha tanto da raccontarci!

  • Come mai hai scelto di scrivere un thriller sulla storia di Paganini?
    Studiando le malattie che hanno colpito i grandi artisti del passato, ho approcciato Niccoló Paganini nel tentativo di dare una spiegazione di origine patologica alla famosa iperflessibilitá delle articolazioni delle sue mani, tanto celebre da essere considerata il motivo del talento del violinista. Difatti molti colleghi e testimoni dell’epoca hanno postulato la possibilità che il maestro fosse affetto da due sindromi particolari (Marfan o Ehler-Dunlos) in grado di alterare le articolazioni rendendole iperflessibili e rendendo la pelle iperelastica. In realtà non esiste alcun elemento per confermare tali ipotesi nello studio delle svariate biografie del violinista.
    Paganini, dotato di un orecchio assoluto e di un talento smisurato, è riuscito, grazie ad una tecnica di esecuzione superba e un allenamento estenuante fatto di ore passate ad esercitarsi con il violino utilizzando pesi sulle braccia e le mani per rendere i movimenti estremamente veloci, a diventare il mito che noi conosciamo. Nello studio della sua biografia, mi sono talmente appassionato a Paganini da volerlo utilizzare come protagonista principale del mio primo romanzo. Il pezzo sicuramente più rappresentativo di ciò che è stato Paganini è questo:
    «La sua presenza tetra, goffa, claudicante, il suo fisico emaciato e cadaverico, il volto brutto con un naso adunco, privo di denti e gli occhiali neri perennemente indosso generavano una reazione di disgusto nel pubblico al momento della sua apparizione sul palcoscenico. Era però sufficiente che iniziasse a suonare perché intere folle di persone rimanessero estasiate, finendo in lacrime o impazzendo lanciandosi dai loggioni sul palco, per toccarlo. Immaginate un essere, che suonava chinandosi fino a terra, avvitando il braccio intorno al violino, con una velocità di esecuzione mai vista. La sua tecnica era così innovativa e irripetibile che i suoi detrattori sostenevano che pareva un burattino guidato dal diavolo».
    Difatti, Paganini, virtuoso del violino per eccellenza, è un artista che ha lasciato un segno nella storia della musica incantando per mezzo secolo le platee di tutta Europa. Le troppe leggende che costellano la vita del violinista fanno perdere di vista il reale valore di ciò che il maestro ha composto e della tecnica virtuosa di cui lui stesso è stato il capostipite. Giocando sul famigerato patto con il diavolo a cui è dato credito per il talento smisurato nella narrazione della sua biografia, ho creato una trama nel presente che mettesse in risalto alcuni aspetti poco conosciuti della musica, i suoi effetti curativi e manipolativi e l’importanza che la stessa ha avuto nella storia e nella scienza. Mi piace pensare che Paganini sia stato un antesignano in tal senso ovvero che abbia capito gli effetti neurologici della musica e li abbia sfruttati nelle sue esecuzioni per trascinare il pubblico. Il lettore può in questo modo riscoprire la storia di Paganini e dei suoi successi nonostante una vita tormentata e dissoluta e al tempo stesso imparare a conoscere nuovi argomenti interessanti come la musicoterapia, la chirurgia rigenerativa, le diverse teorie creazioniste e alcuni periodi storici oscuri.
  • Il modo in cui racconti questa cosa è davvero molto appassionante, mi hai incuriosita moltissimo in merito! Quanto c’è, quindi, di te e della tua professione in questo libro?
    Moltissimo. Sebbene sia incentrata su Paganini, la trama si è arricchita di un mix di esperienze personali (chirurgia rigenerativa, un settore del mio lavoro), passione (musica classica), formazione universitaria (musicoterapia e fisica), lettura (nazismo). In generale credo che un libro sia sempre un insieme di momenti di vita vissuta, sogni, traumi e speranze conditi in maniera sapiente e accattivante per il lettore. Difatti, i tanti impegni di chirurgo estetico non mi hanno impedito di portare avanti un altro dei miei hobby preferiti: la lettura di thriller storici. Dopo averne letti a centinaia, aver approfondito le ricerche leggendo numerosi saggi storici e scientifici e altrettanti articoli scientifici su musicoterapia e fisica quantistica ho deciso che era giunta l’ora di scrivere una trama che mi desse la possibilità di esporre in maniera “leggera” tutte le conoscenze accumulate negli anni. Reputo la narrativa, troppe volte sottostimata, un utile mezzo per divulgare in maniera chiara e divertente concetti e argomenti troppe volte complicati da seguire nella saggistica. Il mio desiderio era di costruire un libro seguendo rigore scientifico e ritmo narrativo appositamente mescolati.
  • Mi trovi assolutamente d’accordo in merito, io non amo molto leggere di storia, ma grazie a libri come i tuoi imparo davvero moltissimo, senza annoiarmi o stufarmi. Quali sono i tuoi autori preferiti? C’è qualcuno a cui ti sei ispirato?
    I miei autori di riferimento sono sicuramente Alex Connor, Ildefonso Falcones, Carlos Ruiz Zafon, Ken Follett, Dan Brown, Marcello Simoni, Matteo Strukul, Antonio Manzini. Questi i maggiori. Indubbiamente molto altri comunque mi hanno accompagnato ed illuminato nel concepire la trama del mio primo romanzo. L’ispirazione principale sia per la struttura che per il meccanismo narrativo è stata tratta principalmente da Alex Connor e Dan Brown, maestri assolti del genere.
  • Insomma, giusto due nomi di sconosciuti hai citato! E quanto ci hai messo a scrivere “L’ultimo segreto di Paganini”? Hai avuto battute di arresto o hai scritto tutto d’un fiato?
    Le idee erano in testa da mesi, la cosa più complicata è stato dare un’organizzazione logico-temporale agli eventi ed una giusta connotazione ai personaggi. Successivamente la stesura è filata liscia e rapida. La programmazione e la ricerca sono durate un anno e mezzo, la stesura circa un anno, considerando che mi sono dedicato ad essa meno di un giorno a settimana di media.
  • Non so se ti possa far piacere, ma ti assicuro che tutta questa ricerca, si nota eccome nel tuo libro. Nella recensione infatti facevo notare quanto studio ci fosse dietro, si percepisce davvero molto. E’ una tua passione o ti sei informato in modo approfondito solo per il libro?
    Come già detto ho unito conoscenze apprese per passione durante la lettura e quelle sviluppate negli anni di formazione. Una parte delle ricerche, comunque, riguardante nazismo, fisica quantistica e musicoterapia, sono state eseguite appositamente per redigere il romanzo. Sono convinto che la credibilità nei thriller storici sia cruciale. I lettori, concluso il romanzo, potrebbero domandarsi quanti dei fatti e dei concetti riportati siano veri e quanti frutto della mia immaginazione. Da appassionato del genere, per ogni libro letto mi sono sempre fatto questa domanda, andando poi a verificare che gli eventi narrati abbiano un fondamento reale. È il rispetto della verità storica a rendere credibile una narrazione, dunque la ricostruzione dei fatti deve avvenire con molta attenzione. Per questo, l’attività di ricerca storico-scientifica è stata decisiva nella preparazione del mio libro e credo ne sia il punto di forza.
    Ho voluto appositamente aggiungere la post fazione per dare modo al lettore di avere un riscontro dettagliato della realtà dei numerosi argomenti di storia, medicina, fisica e musica toccati nel romanzo.
  • Andiamo verso la fine dell’intervista ora, una domanda che amo fare è qual è il tuo personaggio preferito e perché?
    Sicuramente il protagonista principale.
    Paganini è stato il primo compositore a cimentarsi in una tournèe europea alla stregua di una rockstar. Si è per così dire inventato il divismo. I biglietti per i suoi spettacoli costavano 4-5 volte la norma e si atteggiava a prima donna. Era odiato da tutti prima delle esecuzioni. Appena iniziava a suonare, tutto spariva. Ciò che mi ha impressionato di più sono però i resoconti delle cronache dell’epoca che raccontavano di vere e proprie scene di delirio da parte del pubblico uditore di Paganini: lacrime, pianti, isteria, svenimento erano all’ordine del giorno sia in teatro che al momento delle esecuzioni a corte. Alcuni colleghi di Paganini caddero in depressione e non vollero più suonare. I compositori dell’epoca, pianisti, furono talmente ipnotizzati e affascinati da adattare le produzioni di Paganini al proprio strumento. Darei qualunque cosa per poter tornare in quell’epoca ed assistere ad un concerto di Paganini.
  • Dopo aver letto il tuo libro, anche a me piacerebbe davvero molto poter partecipare ad un suo concerto, è pazzesco tutto quello che mi hai raccontato e che trapela dal tuo thriller, penso che questo sia un sentimento comune ai tuoi lettori. Quindi ora cosa ci possiamo aspettare dal tuo prossimo libro?
    Qualcosa di diverso. Un progetto molto più ampio che racconti la storia di due famiglie in un periodo del passato meno conosciuto.

Eccoci arrivati alla fine di questa intervista.. Non so voi, ma sono assolutamente incuriosita da questa storia, dalle vicende che ci stanno indietro. Dopo questo libro e questa intervista ho imparato un sacco di cose e mi sento più ricca di informazioni e consapevolezza. Penso sia qualcosa di interessante anche per chi non è approcciato al mondo della musica o particolarmente appassionato. Niente, spero che le stesse emozioni arrivate a me, siano arrivate anche a voi, io sono carica per il prossimo libro. E voi?


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