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Tingiamoci di giallo, ma uno di quei gialli particolari, intensi e mai banali. E’ questo il pensiero che ho avuto durante tutta la lettura di “Fortunato” di Bruno Larosa, edito da Ronzani Editore, uscito di recente, il 20 Maggio 2021. Preparatevi perché con questa uscita, il genere giallo, per quanto mi riguarda, arriva ad un livello molto alto.
Bruno Larosa è un avvocato penalista nato a Locri, napoletano di adozione. Conosce bene, per esperienza personale e diretta, la situazione in cui quella terra è costretta a vivere, e conosce altrettanto bene il sistema penale italiano. Attraverso la storia di Fortunato, Larosa ci porta a riflettere sul significato della legalità, della giustizia e del “giusto”: quanto conta la verità agli occhi della giustizia?
Fortunato Ardore ha 65 anni, è un uomo onesto, dedito al lavoro e alla famiglia. La sua è una vita fatta di sacrifici, cose semplici e poche pretese. Ma una notte, la tranquillità costruita da Fortunato con tanta fatica viene interrotta: il commissario di polizia Valenti e la sua squadra irrompono in casa sua per arrestarlo; secondo il Giudice e i magistrati della Procura distrettuale antimafia, Fortunato è un capo della ‘ndrangheta. Un assurdo quanto improbabile errore degli inquirenti getta Fortunato nel girone impossibile del processo penale di coloro che vengono accusati di reati mafiosi. Inizia per lui un lungo percorso giudiziario, fatto di ottusità e mala fede. Sullo sfondo dell’intricata vicenda processuale che coinvolge Fortunato si consuma un inspiegabile delitto: il cadavere del commissario Valenti viene rinvenuto a Locri. Un giallo giudiziario che si snoda tra Napoli e la Locride, toccando argomenti spinosi ed estremamente attuali: una severa denuncia delle iniquità del sistema giudiziario penale italiano, che ne indeboliscono la credibilità, e di riflesso colpiscono la nostra società.

Questo che leggerete, come avete intuito, non è un normale romanzo giallo come siamo abituati a concepirli. Questo è un giallo di tipo giudiziario. Neanche troppo velatamente, l’autore ci rivela, senza risparmiarsi in dettagli, una denuncia a tutto ciò che non va nel sistema giudiziario nazionale italiano. E’ inutile girarci intorno, lo sappiamo tutti che nel nostro Stato ci sono diverse cose, a livello giudiziario, che non funzionano. Posti dove c’è moltissima corruzione, non necessariamente ci riferiamo al sud Italia, anche se chiaramente la concentrazione maggiore probabilmente si trova proprio lì. Quello davanti a cui ci pone l’autore è, principalmente, il fatto che questi problemi vanno a ledere la credibilità di un sistema che, senza certi soggetti, sarebbe non troppo male, e che di conseguenza va poi a colpire inevitabilmente la società e il suo benessere.
Lo so, da queste premesse potreste pensare che è un libro noioso, lento, pesante. Vi posso assicurare che non è così. Ormai la mia esperienza con Ronzani Editore, con cui ho collaborato anche in occasione di “Perché Istanbul ricordi“, mi ha insegnato che si possono imparare tantissime cose senza necessariamente sentirne il peso. Mi ha insegnato che si possono apprendere nuove nozioni e acculturarsi, pur continuando a fare ciò che ci piace: leggere. “Fortunato” non è un eccezione, la scrittura è fluida, piacevole, siamo nel pieno di indagini, corruzioni, gente poco raccomandabile, mafiosi, in un susseguirsi costante di azione e reazione. Se amate i gialli e volete imparare qualcosa di nuovo, non potreste fare acquisto migliore.
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