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Eccoci oggi ritrovati a parlare di un bel libro. Quello di oggi è un po’ particolare, s’intitola “Vento lupo e altre nove improbabili storie” di Ugo Mauthe, edito da Edizioni Ensemble. Perché particolare? Questa raccolta di racconti ha vinto il Premio Officina 2019, bandito dalla casa editrice che poi lo ha pubblicato.
Vi riporto alcune delle parole con il quale l’autore si è rivolto a me perché mi hanno particolarmente colpita e non potevano rimanere in un semplice scambio di e-mail.
I dieci racconti che compongono il libro declinano l’irrealtà, di volta in volta su un diverso registro predominante.
Oscillano fra la fiaba nera di Vento lupo, che dà il titolo alla raccolta e l’allucinata esperienza di vecchiaia e solitudine di Paglia nera.
Migrano dall’epica impossibile e pacifista di L’ultimo soldato ai sorprendenti risvolti della commedia amara di Zapping.
Viaggiano fra due diverse sfumature di fantascienza con Zio Simmi e Un fatto misterioso.
Toccano l’amore con l’eros tecnologico di On/Off e la favola sognante di Butterfly.
Raccontano di strani incontri, come accade nella storia natalizia intitolata Un incontro e nell’ultimo testo della raccolta, Il tatuaggio.

Uno strano vento scende dalle montagne e ulula tra le case, esasperato dalla solitudine. Una cornacchia dispettosa mette in pericolo la missione di un misterioso equilibrista. L’invenzione della funzione standby porta scompiglio nella vita di coppia di On e di Off. Sono solo alcune delle storie di Ugo Mauthe, fantasiose e improbabili come lupi in città.
Come si evince, questa è una raccolta di racconti, un insieme di storie che si unisce a formare un perfetto amplesso di riflessioni, tormenti, vita vera. Inutile che ve lo dica, se ha vinto un concorso senza dubbio c’è già un motivo ed io non posso che assecondare questa scelta perché sono davvero entrata in sintonia con ogni storia. In genere mi sento di non apprezzare mai abbastanza le raccolte di racconti che, nel mondo editoriale, sono ancora una scelta, rispetto a qualche anno fa, molto poco utilizzata, ma ci sono delle bellissime eccezioni come questo che ho appena finito di leggere.
Le raccolte di racconti come questa sono strane perché ognuna ti entra dentro, ti comunica qualcosa e ti emoziona. Sebbene siano molto diverse, come vi ho mostrato nel trafiletto in alto, hanno tutte lo stesso un minimo comune denominatore: restano impresse, ti ci ritrovi e ti ci appassioni. Forse un po’ è questo che mi turba delle raccolte. Sono brevi, mi appassiono ai personaggi e ne vorrei leggere di più, di più e sempre di più, invece sono sempre troppo brevi. Forse per questo restano speciali anche. Chissà. Che vi posso dire, se non di lasciarvi conquistare anche voi da queste belle storie?
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