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In occasione del Salone del libro di Torino, ho avuto l’immenso piacere di conoscere un’autrice esordiente di casa La Corte Editore. Abbiamo parlato un po’ del suo libro e ho deciso quindi di intervistarla, trovate l’intervista in questo articolo. Il libro in questione è “Luce“, di Rachele Tarpani, edito, appunto, da La Corte Editore. Con Rachele mi son trovata subito molto affine, come noterete dall’intervista, avevo molte aspettative per quanto riguarda il suo libro, essendo io follemente amante del fantasy e dei supereroi. Andiamo al dunque, così vi dico un po’ cosa ne penso.

Anthony Dyce è all’apparenza un ragazzo come tanti, che da sempre vive nella grigia Londium, la capitale di una delle dodici aree di United Horizon. Nessuno, a parte il suo eccentrico amico e mentore, lo scienziato Lawrence Hogan, conosce il suo segreto: la capacità straordinaria di rendersi invisibile. Anthony infatti non cerca fama o prestigio, ma ha un desiderio: vuole vendicarsi del responsabile della morte di suo padre e di chi ha condannato la sua famiglia all’infelicità. Ma quando, determinato a perseguire il suo obiettivo, fa irruzione in una delle più potenti aziende informatiche della Nazione, si ritrova al centro di un vero e proprio attentato terroristico. Per fronteggiare il pericolo deve ricorrere al suo potere, scoprendo che è molto più grande di quanto immaginasse: Anthony Dyce è infatti un warden e l’invisibilità non è che una delle tante variabili della sua vera abilità, la manipolazione dei fotoni. Da questo momento la sua vita cambierà drasticamente. Anthony entrerà nello IUCA e non sarà più solo, ma suo malgrado si troverà coinvolto in una serie di feroci scontri fino a cadere in un pozzo senza fondo di oscurità e distruzione che rischia di fagocitarlo vivo. E forse avere la capacità di controllare la luce, in un mondo che sprofonda nelle tenebre, potrebbe essere l’unica àncora di salvezza per sopravvivere.

Come vi ho detto, sono follemente amante del fantasy, dei mondi distopici, dei supereroi o di persone con i poteri in generale. L’autrice mi aveva promesso un libro in cui c’è gente con i superpoteri che si mena… E così effettivamente è stato.
Il libro parte con una narrazione un po’ lenta, in cui ci viene presentato il protagonista, Anthony Dyce, il mondo in cui vive, chi è lui, come ha scoperto i suoi poteri e qual è, grosso modo, la sua vita e la sua situazione attuale. Dopo questa parte un po’ più lenta, dove scopriamo anche chi sono i Warden, come sono suddivisi, come si allenano e cosa fanno, il libro cambia totalmente e prende una svolta inaspettata. Da quel momento in poi abbiamo un susseguirsi costante di azione, battaglie, colpi di scena, che ci tengono costantemente incollati alla lettura. I colpi di scena sono diversi, il primo avviene non troppo dopo l’inizio della narrazione, cambiando totalmente le carte in tavola per i nostri personaggi. Quest’ultimi sono abilmente caratterizzati dall’autrice, impariamo a conoscerli e amarli durante la lettura, in particolare il protagonista, ovviamente, a cui ci affezioniamo inevitabilmente ogni pagina che passa. Con il suo essere ingenuo e impulsivo, da voce a quello che ogni essere umano farebbe nella sua situazione. Se da un giorno all’altro scoprissimo di avere dei superpoteri, penso davvero che la maggior parte di noi non si comporterebbe come il Captain America di turno, ma farebbe esattamente come il nostro Anthony Dyce: il pirla.
Il libro si propone come primo di una trilogia, il finale infatti rimane aperto e con la voglia tremenda di leggere subito il seguito. La storia è ben strutturata, una saga non è affatto forzata, ci vuole tutta e, lo devo proprio dire, è uno di quei libri del quale vorrei tremendamente vedere un bel film. L’azione, le battaglie a suon di fotoni, barriere di luce, sfotonizzazioni e similari, sono cose che mi sono immaginata in modo molto vivido nella mia testa, grazie anche alle sapienti descrizioni di Rachele.
Una piccola nota dolente, ma puramente per un gusto personale, arriva verso la fine. Evito di fare spoiler, ma verso la conclusione del romanzo succede una cosa che io non amo particolarmente, che tuttavia ho visto fare anche da sapienti autori e, per questo, son convinta che sia un discorso meramente di gusto personale. Tuttavia, questo ultimo fattaccio, dona alla storia molti spunti in più per i prossimi, quindi confido che abbiano una bella carica, dopo questo primo, le aspettative sono molto alte.
Ciò che più ho amato dell’autrice è che, sebbene sia al suo esordio, non ha avuto paura di inserire all’interno del libro diverse tematiche LGBT, trattate come cose assolutamente normali e quotidiane, niente di eclatante, esattamente come dovrebbe essere. Non ha avuto paura di essere cruda e diretta quando era necessario, rimanendo pur sempre sobria e leggibile comunque da tutti. Per un esordiente, non è una qualità da tutti.
In conclusione, se questo è il suo esordio… Non oso immaginare cosa ci riserveranno i prossimi. Cara Rachele Tarpani, hai acquisito una nuova assidua lettrice.


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