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Oggi andiamo più sul delicato, con ciò di cui vi parlerò. Parleremo di “Qui nella penombra” di Carlotta Benedetta Bragaglia, edito da IDEA, uscito il 4 Giugno 2021. Senza dubbio, è uno di quei libri forti e diretti da leggere. Quelli che ti travolgono.

“Benedetta viveva una vita semplice. Come tutte le bambine di dodici anni amava ridere e giocare. D’un tratto però, tutto è cambiato… Questo libro narra la storia vera di qualcuno che ha lottato contro l’abuso. Questo libro è una vittoria, un messaggio di speranza, è il coraggio di una giovane che è diventata donna.”

Difficile fare una recensione di un libro così delicato, così intimo e così forte. C’è davvero molto poco da dire, se non menzionare il modo in cui è stato trattato l’argomento. Sì, perché questo libro parla di abusi, di momenti difficili, di un’infanzia complessa da elaborare e da sopportare. Più volte durante la lettura potremmo sentirci appesantiti da tutte queste informazioni che vorremmo rimuovere, ma non è così che si risolverà un problema.
“Qui nella penombra” è una storia di abuso, di violenza fisica e psicologica. Quelle violenze che ti lasciano una cicatrice dentro con cui si imparerà, con il tempo, a convivere, ma che rimarrà tuttavia sempre con noi. Prima menzionavo il modo in cui tutto ciò è stato trattato. Molto delicato. Tutto è stato molto delicato. Non ci sono descrizioni sconvolgenti. L’autrice fornisce tutte le informazioni per far intuire ogni cosa, non menzionando ogni singola cosa accaduta. Il libro, grazie a ciò, è davvero per tutti, nessuno escluso. Offre una visione di un momento così difficile, dal punto di vista della vittima, in modo delicato e non eccessivamente sconvolgente, in modo che possa essere fruibile a chiunque e, soprattutto, sensibilizzare molte persone su queste tematiche, di cui non si parla mai abbastanza, ma che esistono. Eccome se esistono. Quando si parla di abusi ci si sente a disagio, si tende ad allontanare quella persona come fosse malata. Questo succede perché non si conosce, non si capisce, non si comprende e non ci si informa.
La letteratura serve anche a questo. A informare, a farlo in modo delicato, a non spiattellare notizie di questo tipo a un TG in televisione che dopo cinque minuti abbiamo già dimenticato. La storia dell’autrice ci rimane dentro, la metabolizziamo e la facciamo nostra.
Forse, dopo questa lettura, chiunque potrebbe riconoscere i sintomi di ciò che l’autrice ci descrive. Ci aiuta a poter riconoscere l’effetto di situazioni come questa.
Se questo libro potesse salvare anche solo una persona, con la sua divulgazione, avremo già un po’ vinto.
Leggete “Qui nella penombra”, non abbiate paura. Usatelo per crescere come persone, usiamolo per crescere come civiltà.


2 commenti

Marko · Dicembre 14, 2021 alle 9:07 pm

Grazie per queste splendide parole

    Roberta Luprano - Founder · Dicembre 15, 2021 alle 10:10 am

    Semplice verità, parole dette con il cuore

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