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Si avvicinano le feste, ma qui non abbiamo intenzione di mollare. Oggi vi parlerò di una raccolta di racconti molto particolare e interessante, uscita da pochissimo, a novembre 2021. Mi riferisco a “Solitudini urbane” di M. Evelina Buffa Nazzari, uscita con Porto Seguro editore. I racconti si presentano già in modo particolare dalla trama, che vi lascio appena qui sotto, così vi potete rendere conto di cosa trattiamo.

Un buco sul pavimento, per via di un problema al riscaldamento, unisce tutte le case di una strana palazzina. Un uomo divorziato, dalla finestra del suo seminterrato, guarda le gambe dei passanti e degli inquilini del condominio: gambe lunghe, corte, affusolate, grosse, gambe sole, che conducono un’esistenza misera e dolorosa. Queste gambe sono un po’ le protagoniste occulte di diciannove tranches de vie legate da un filo sottile, legate da quel buco nero e spaventoso che sembra inghiottirli in un’unica storia. Sono le gambe di Leone, che dondolano dal soffitto dopo aver dato una spinta a una sedia; sono le gambe di una donna che parte per il Nepal invece di morire; sono le gambe lentigginose della ragazza che aspetta ancora la mamma; quelle della donna col culo grosso e della sua rivale… Diciannove paia di gambe: gambe che passeggiano per casa, si fermano, corrono da una parte all’altra, gambe che fuggono; gambe che disegnano ognuna la propria storia, unite dal fil rouge della desolante, certa, solitudine.
La cosa particolare di questi racconti è proprio questo buco nero che collega vite, speranze e personaggi dal sapore differente, ma sempre così simili. Il filo costante del collegamento si percepisce durante tutta la lettura e dona alle storie un bello spessore.
Attraverso questa raccolta di racconti, si è su una montagna russa costante di vite vissute, ognuna con una storia da raccontare e da vivere, sebbene diverse da loro. Diverse, ma sempre così simili.
Le gambe, menzionate anche all’interno della trama, diventano quasi un simbolo più che una semplice parte di corpi umani. Acquistano un loro significato, diventano quasi un’entità a sé.
La penna dell’autrice stimola la lettura ogni pagina di più e ci consente di attraversare in modo fluido e veloce, senza darsi propriamente un senso temporale stretto, le vite, le gioie e i dolori di una comune esistenza di persone con un loro vissuto. Tutte accomunate da un semplice comune denominatore: la palazzina in cui abitano. Questo consente all’autrice di accomunare questi personaggi, in tutto il loro quotidiano vissuto, mantenendo un’unica e costante narrazione stilistica.
Una raccolta di racconti sagace, interessante, che, uniti tutti assieme, formano una trama che li accomuna.
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