Un viaggio nella mente di alcuni tra i più amati scrittori italiani

Benvenuti alla prima uscita di questa nuova rubrica. Mi presento, mi chiamo Sandra, ho 42 anni e dal 2004 lavoro con le persone nel campo della psicologia, prima, e psicoterapia a indirizzo Analitico Transazionale poi.
Dal 2016 mi sono affacciata al mondo della scrittura, e questa rubrica è l’occasione per fondere due dimensioni che amo molto: la psiche e la narrazione.
Ogni mese intervisterò un autore italiano: attraverso alcuni suoi scritti e un suo must have letterario vi porterò nei meandri della sua mente, poiché, parafrasando Pontecorvo (1991), la narrazione, intesa come racconto di una storia, è fondamentale sia per dare un’organizzazione al proprio mondo interiore che per attribuire significati all’esperienza umana.

Conosciamo insieme il primo autore che ci farà compagnia in questo spazio: Maurizio J. Bruno.
Classe 1964, è il vincitore del premio Vegetti 2021 per la categoria miglior Romanzo Italiano di Fantascienza. Fa parte della scuderia Gruppo Editoriale Tabula Fati Solfanelli da moltissimi anni e ha all’attivo diversi romanzi, racconti e un vademecum per scrittori esordienti dal titolo “Il filo d’inchiostro” scritto a quattro mani con la professoressa Piera Rossotti Pogliano.
Professionalmente nasce ingegnere elettronico e nei suoi scritti, tutti rigorosamente del genere fantascientifico, questa sua inclinazione emerge con forza.

Maurizio J. Bruno

Ciao, Maurizio, quali brani hai scelto per noi oggi?

Ciao, ho portato tre stralci, uno per ognuno dei miei tre romanzi: la spy-story tecnologica RALF, che ha vinto il Premio Vegetti 2021, l’avventura spaziale e introspettiva EDEN e il mistery storico/scientifico VELI. Infine, come brano non mio, da1984 di Orwell ho scelto delle pagine cui sono fortemente legato.

Iniziamo da VELI, hai prediletto un momento significativo della storia: il fermo di Raimondo, Principe di Sansevero. Vorrei leggere insieme la stesura della lettera, elemento chiave dell’intero romanzo:
Per quanto ci pensasse e ci ripensasse non riusciva a trovare un modo migliore di mettere su carta quel che doveva, eppure non si sentiva per nulla soddisfatto della lettera che stringeva tra le dita.
E poi “…Era una lettera apparentemente innocua, ma letta dagli occhi giusti avrebbe potuto rivelare il luogo in cui quel materiale era stato nascosto. Raimondo la immaginava come una specie di testamento, o di assicurazione sulla sua reputazione, che stava lasciando ai suoi posteri…
Io ci vedo molto del tuo essere scrittore in quel leggere e rileggere quello che produci, il non essere mai pienamente soddisfatto perché è forte il desiderio di essere capito, da ultimo lo scrivere come lascito, non in senso edonistico ma altruistico.
Ti descriverei come una persona con un buon equilibrio tra mente e cuore, protesa verso l’altro ma anche fortemente introspettiva ed esigente con se stessa.
Cosa ne pensi?

In VELI ho voluto celebrare il potere e la forza dirompente della diversità. Nella tua domanda tu parli di mente e cuore, ma questa è solo una delle innumerevoli coppie di elementi dalla cui fusione possono nascere le cose migliori. Io stesso con la mia doppia natura di progettista e di scrittore, di uomo del sud che vive nel centro Italia, di manager che nel tempo libero si dedica agli autori esordienti, ne sono l’esempio. Raimondo Di Sangro, personaggio storico e ideatore dell’affascinante Cappella Sansevero di Napoli, che ospita il famosissimo Cristo Velato, è il protagonista nascosto del mio VELI; come personaggio attivo, compare solo nel prologo, dal quale hai estratto la frase di apertura di questa intervista, ma il Principe di Sansevero è una presenza immanente in ogni pagina del libro, quasi a voler rappresentare l’emblema della potenza della diversità: nobile ma studioso, scienziato ante litteram ma considerato da molti un alchimista ciarlatano: è lui il vero punto centrale del romanzo. È lui che fa incontrare in qualche modo i due mondi diversi dell’ingegnere Sergio e della storiografa Sandra, e sarà proprio la diversità dei mondi di questi due protagonisti a farli innamorare e a permettere a entrambi di risolvere misteri dei quali, da soli, non sarebbero mai venuti a capo. Mescolare mondi diversi può avere effetti miracolosi, anche nella nostra vita di tutti i giorni, ma bisogna essere pronti e aperti ad accogliere l’altro, il diverso da sé. Non rimanere ancorati sulle proprie posizioni, essere pronti a mettersi in dubbio, disponibili ad uscire dalla propria confort zone e a sapere che sempre, da ognuno, c’è qualcosa da imparare. È difficile. Circondarsi di persone simili a se stessi e continuare a fare le cose sempre allo stesso modo è più semplice, più comodo ma, come dico sempre, le cose semplici, di solito danno poche soddisfazioni. Invece è proprio dalle miscele più esplosive che possono generarsi i miracoli. Sono queste fusioni improbabili quei piccoli big bang in cui uno più uno può far tre, anziché due…

Come hai ragione! Guardiamo un pochino quindi alla struttura di personalità di alcuni tuoi personaggi. Nell’estratto sia di RALF che di EDEN proponi due figure maschili devote e innamorate quasi asserviti a questo sentimento:
RALF
Marco sperò subito che fosse Lisa che chiamava per augurargli un buona giornata. Non che lo facesse spesso, anzi lei badava molto più al sodo che a queste sdolcinature, tuttavia quel romanticone di Marco non perdeva mai la speranza; e forse questa era una delle sue migliori qualità.”
EDEN
i miei desideri sono tutti legati ai comportamenti di un’altra persona, e di una persona in particolare… Forse con la mia volontà potrei decidermi ad avere quelle stesse cose da un’altra persona, magari da Margot. Oppure con la mia volontà potrei riuscire a modificare i miei desideri e continuare a stare con Kat, accettando di rinunciare alle cose che desidero. In ogni caso la mia volontà non può intervenire su di lei e sul suo carattere e permettermi così di avere tutto ciò che desidero!”
Il lato femminile nei tuoi personaggi maschili è molto ben delineato: sono uomini forti ma sensibili allo stesso tempo, e sia Raoul che Marco per essere felici necessitano che la loro compagna sia felice.
Allo stesso tempo le figure femminili, solo inferite in questi brani, appaiono più algide, quasi difficili da conquistare, penso a Kat e a Lisa. Entrambe sembrano tenere una distanza, l’una emotiva l’altra più fisica, dai loro uomini. Qui direi che il lato maschile è molto marcato.
Freud diceva che la parola è come il crinale di una collina, i cui versanti scendono l’uno verso l’inconscio, l’altro verso la coscienza. Lo trovo adeguato alla caratterizzazione così mista dei tuoi personaggi, dove emerge la tua sensibilità unita alla pragmatica che sembra contraddistinguerti leggendo poi il resto delle storie.

Leggi la prosecuzione della rubrica su “Lo spartito del lettore“!
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2 commenti

Jessica Rigoli · Gennaio 9, 2022 alle 3:04 pm

Un articolo fantastico, un esordio col botto! Brava Sandra, leggere quest’articolo è stato n viaggio affascinante!

    Roberta Luprano - Founder · Gennaio 9, 2022 alle 3:24 pm

    Sì, è davvero pazzesca questa rubrica e super interessante!!

Dì subito la tua! :)

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