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Quando cercate un libro intenso, che vi ponga riflessioni importanti senza che voi ve ne possiate rendere conto, potrete leggere tranquillamente “Mai stati innocenti” perché è la lettura di cui avete bisogno. Questo libro esce il 20 gennaio 2022, è di Valeria Gargiullo, per conto di Salani editore.
Dopo aver avuto il piacere di partecipare a un incontro con l’autrice, ho potuto leggere il suo libro, incuriosita moltissimo dalle sue parole, dal fatto che fosse una ragazza così giovane, umile e pacata nel rispondere a tutte le domande che le sono state poste. Quindi eccomi qui, ora, a conclusione della lettura, a darvi il mio umile parere. Prima, come al solito, vi lascio la quarta di copertina, così che possiate farvi un’idea.

Uno stradone di un chilometro divide Civitavecchia a metà. Da una parte Santa Fermina, con le sue villette a due piani e le vie coi nomi dei fiori; dall’altra Campo dell’oro, i casermoni popolari e i fumi degli impianti industriali che corrodono l’anima delle persone. Di là, un futuro prospero, le bollette in regola, le vacanze al mare; di qua, le famiglie arrancano e i figli, abbandonati a loro stessi, sognano una fuga impossibile. È quello che fa anche Anna, che ha studiato duramente e messo i soldi da parte per potersene andare via, lontano, all’università. Poche settimane ancora e finalmente salirà su un treno, pronta a costruirsi una vita diversa. Tutto sembra andare in frantumi quando Anna vede Simone, il suo fratellino di quattordici anni, in sella a un motorino, con un martello in mano, insieme alla feroce banda criminale che controllala zona. I Sorci, li chiamano, e nei loro affari è bene non immischiarsi mai. Anna vorrebbe salvarlo, ma sa che con certa gente è impossibile trattare. Si scende a patti, semmai, fino alle estreme conseguenze.

“Mai stati innocenti”. Se qualcuno mi chiedesse a cosa potrei associare questo libro, mi viene in mente un vasto campo stracolmo di papaveri rossi. I papaveri rossi sono un elemento ricorrente all’interno della trama, ne seguono il perimetro senza essere mai invadenti, ma rimanendo permanenti a ciò che sta avvenendo in quella storia. Abbiamo dei papaveri rossi resilienti, che vengono calpestati, trascinati dal vento, ma che non si spezzano mai.
Come vi dicevo, è un immagine che rimane così impressa da far venire i brividi, specialmente sul finale dove è uno tsunami di emozioni, ma su questo aspetto non voglio svelare nulla di più perché è un’emozione tutta vivere e assaporare.
Questo libro, oltre ad avere una narrazione molto incalzante e mai noiosa, è un’immersione introspettiva nella mente della protagonista, Anna, che è nata e cresciuta in un quartiere di periferia, con tutto ciò che ne consegue. In Italia, si sa, non sono sempre bei posti le periferie, come anche in tantissimi altri paesi. Quindi in questa storia ci scontriamo con una cruda e amara realtà: una giovane ragazza, con sani principi, quasi costretta, in un certo senso, a prendere una cattiva strada.
Questa verità ci pone di fronte a delle enormi problematiche sociali che ancora la fanno da padrone in alcuni posti, dove è difficile staccarsi da un futuro incerto, senza basi. È quello che proviamo quando leggiamo i pensieri di Anna, quando entriamo nella sua mente e ci sentiamo sporchi insieme a lei, quando combina qualcosa che non le appartiene, ma che la fa sentire comunque più viva. Senza che neanche lei capisca davvero perché.
Ci sentiamo tristi, in difficoltà, sporchi, contrariati, durante tutta la lettura. Le emozioni di Anna diventano anche le nostre, ci si appiccicano addosso per non lasciarci fino alla fine.
Il messaggio di questo romanzo è ben chiaro.
Un grido di aiuto, un alzata di mano timida per dire “ci siamo anche noi qui”. Perché questa è la realtà dei fatti. Posti abbandonati a loro stessi, dove la vita è difficile, la povertà, i problemi e la disperazione sono all’ordine del giorno.
Ci sono tanti giovani come Anna, come suo fratello e i suoi coetanei che vivono davvero queste situazioni, che non sono di fantasia, ma solo la nuda e cruda realtà.
Grazie all’autrice, Valeria Gargiullo, e a Salani, per aver portato alla luce un romanzo così introspettivo e vero. Una storia che commuove, che non svanisce dopo che si è chiuso il libro.


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