Autori e psiche
Un viaggio nella mente di alcuni tra i più amati scrittori italiani
Di Sandra Moretti – Psicoterapeuta e Scrittrice

Siamo già alla quarta intervista di questa rubrica, e mi sono voluta fare un regalo, e credetemi, lo sto facendo anche a voi.
L’ospite di questo mese è una leggenda del panorama Sci-Fi Italiano (e non solo); autore di lungo corso, scuderia Mondadori, con la sua penna ha proiettato migliaia di lettori in mondi fantastici, realtà psichedeliche e distopiche, spaziando tra opere di fantascienza, noir, new weird e horror.
Il suo stile, colto e ricercato, sa riprodurre visivamente tutto quello che descrive, come se ci trovassimo davanti a un quadro o una fotografia.
Siete curiosi di scoprire con chi faremo la nostra “seduta” narrativa oggi?
Signore e Signori, ecco a voi Dario Tonani!
Milanese di nascita, giornalista professionista, si laurea all’Università Bocconi in Economia Politica, ma sceglie di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura pubblicando diversi romanzi e oltre cento racconti sulle maggiori testate italiane di genere (Wired, Giallo Mondadori, Segretissimo, Urania, Millemondi, Robot), in antologie, riviste varie e quotidiani nazionali.
Citiamo alcune opere – tutte sarebbe impossibile qui, ma per completezza potrete trovarle nella sua pagina personale www.dariotonani.it
Per Urania sono usciti i romanzi “Infect@” (2007, di cui sono stati opzionati i diritti cinematografici), “L’algoritmo bianco” (2009) e “Toxic@” (2011), ma la sua opera più conosciuta, già tradotta con successo in Giappone e in altre lingue, è il ciclo di Mondo9, la cui storia iniziale nel 2011 è sbarcata negli Stati Uniti curata da Paul di Filippo, uno dei padri riconosciuti dello steampunk. I primi capitoli della saga – nella forma del fix-up – sono poi stati riuniti da Mondadori nel 2015 sotto il titolo di “Cronache di Mondo9” nel primo Urania Millemondi interamente dedicato a un autore del Belpaese (e tutto illustrato). In Giappone, “Mondo9” è stato inserito nella “Top ten” dei migliori titoli di science fiction occidentale dell’anno. Il terzo capitolo della saga di Mondo9, intitolato “Naila di Mondo9”, è stato pubblicato a settembre 2018 nella prestigiosa collana Oscar Fantastica di Mondadori, per poi essere riproposto in una nuova edizione per l’edicola a gennaio 2021 su Urania Jumbo.
Tra i numerosi riconoscimenti, Tonani ha ricevuto il Premio Europa come miglior scrittore di Science Fiction del 2017 e ha vinto ben 11 volte il Premio Italia. Oggi scrive di professione e collabora con varie testate giornalistiche.

Bene, vi ho convinti sulla qualità eccelsa della mia scelta? Sono sicura di sì.

Benvenuto, Dario. Per usare una tua citazione (parafrasata sul tema “Autori e Psiche”) sei pronto a solcare insieme il tuo oceano d’inchiostro?

Un piacere essere vostro ospite. Pronto! Del resto, la scrittura impone sempre di esserlo, dato che i tempi di semina e maturazione sono lunghissima e quelli di raccolta molto, molto brevi…

Vorrei parlare subito di un macro tema pulsante che mi hanno suggerito tutti i tuoi brani: l’inclusione.

I tuoi personaggi sono dei “diversi”, delle persone o creature che hanno qualcosa che non è ordinario, ed è proprio questo loro tratto che sembra renderli vincenti. Il loro talento, il rispetto di loro stessi e degli altri, l’equità con cui bilanciano la storia che vivono li rendono dei personaggi simbolo di questa nostra epoca 4.0, in cui ciascuno deve e può avere una voce. Ti andrebbe di dirci di più di questa tua scelta in chiave di diversità e inclusione?

Parti con un tema a cui tengo davvero moltissimo: l’inclusione e la conseguente sensibilità nei confronti di ciò che – a uno sguardo fugace, disattento, ma anche intaccato dai pregiudizi – può apparire diverso. I miei personaggi non sono fuori dell’ordinario per scelta, né per vocazione. Sono spesso dalla parte “sbagliata” perché non rientrano negli equilibri e nelle dinamiche della maggioranza: hanno un talento incompreso, debolezze evidenti, un’incapacità genuina di conformarsi ai cliché e agli stereotipi che fanno tendenza. Da qui, la loro crociata quotidiana per risalire la china, per affermare la propria identità e il proprio ruolo su un’altra scala di valori, meno distratta e scontata. Artisti, quindi; anime perse; individui segnati dalla vita, ma anche da una genialità che genera indifferenza, quando non soprattutto diffidenza e sospetto…

Leggi l’intervista completa sulla rivista

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