“Diceva di non provare emozioni, ma in realtà sentiva così tanto da nasconderlo per paura.
Amava, solo che non lo sapeva perché non aveva nessuno che le mostrasse il significato.“
Quando ci viene tolto tutto, persino il diritto di scegliere, di avere dei sogni o delle ambizioni, le possibilità sono due: arrendersi o lottare. Ma se all’orizzonte non c’è nulla che ci spinga a trovare dentro di noi la forza per inseguire i propri ideali, la scelta ricade inevitabilmente sull’unica alternativa che abbia un senso. E ci si arrende. Anche se un senso compiuto non ce l’ha lo stesso, assume quello che ci viene mostrato da chi, da tutto ciò, potrebbe trarne beneficio.
Nel caso di Jameson, quel qualcuno è sua madre. E lei rinuncia a tutto pur di renderla orgogliosa.
Ultramilionaria e circondata da ogni agio immaginabile, si potrebbe pensare che Jameson abbia a sua disposizione tutto ciò di cui ha bisogno. E, per certi versi, è così. L’unica cosa che le manca è una scelta, ma il suo cuore si è cristallizzato sui doveri morali verso la famiglia, sul futuro da garantire ad ogni costo a quel cognome che in fondo detesta con tutta se stessa. Ma che, ahimè, le appartiene e pesa sulle sue spalle come la spada di Damocle.

Ma non le importa. O si convince che così sia. In ogni caso, Jameson è pronta a sposare un uomo con cui non ha nessun legame sentimentale. E le va bene, perché in fin dei conti si è ripromessa molto tempo fa che i sentimenti non avrebbero mai avuto un ruolo neanche marginale nella sua vita. L’amore rende deboli, uccide l’anima e, a volte, persino il corpo.
C’è solo una cosa che può spezzare quella promessa sigillata con le lacrime amare della perdita, e sarà proprio quello l’elemento che la ragazza non ha considerato nell’equazione perfetta della sua vita: innamorarsi. Credeva non sarebbe mai successo, che sarebbe stata abbastanza brava da saperlo impedire. Quello che non sospettava, ciò che l’ha fregata a pochi metri dal traguardo, è stato il suo stesso cuore. Ha deciso per lei, ha capitolato di fronte a due occhi così profondi da annegarci in un istante, e l’ha lasciata inerme sul bordo di una strada che aveva costruito con cura e che ora le si presenta più ripida e che mai.
Ransom è l’elemento che scombinerà la sua determinazione, che manderà al diavolo i calcoli precisi sui quali ha cimentato la sua esistenza. L’ostacolo sul suo cammino. O, forse, la sua unica salvezza.
Ransom è parte del “trio del blackout”, un gruppo di amici che sprizzano fascino e pericolo in egual misura da ogni poro. Le ragazze si piegano alle loro volontà, loro si prendono tutto senza scrupoli e senza guardarsi indietro. Freddi, spregiudicati, spietati. Inseparabili e inarrivabili.
O quasi…
Il primo agguato che le tendono, li diverte e li sorprende al contempo. Capiscono subito che Jameson non è come le altre ragazze della sua “cerchia”, che lei non si scompone e non si sconcerta per le loro malefatte, ma al contrario ne diventa parte integrante. E loro la vogliono. Se la prendono e lei si concede senza mezze misure, attribuendo al piacere e a quei pochi minuti di spensieratezza trascorsi in loro compagnia il significato che le toglie di dosso ogni pregiudizio o senso di colpa: brevi scorci di libertà prima che venga rinchiusa nella prigione dorata che chiama futuro e che presto diventerà la sua quotidianità.
Solo che quei tre ragazzi non sono proprio chi vogliono far credere. Hanno una storia, delle motivazioni che distorcono l’impressione che tutti si sono fatti di loro, ma a nessuno importa riportare in carreggiata le idee strampalate di figli ricchi di papà che li guardano storto o che li temono.
Ma gli importa di lei. Di ciò che lei pensa, di come li vede, di quale posto occupano nella sua vita. E di quanto lei ne voglia occupare uno nella loro.
E quando lo scopriranno, sarà troppo tardi per tirarsi indietro. Sarà troppo tardi per estrometterla.
Soprattutto per uno di loro.
Così come sembrerà tutto perduto quando Jameson si renderà conto di aver firmato la sua fine, senza nemmeno essere davvero a conoscenza di ciò a cui andava incontro.
L’autrice è stata una scoperta, così come lo è stata la storia stessa: una matassa che si intricava sempre di più, per poi iniziare a sciogliere i nodi verso la fine del romanzo. E che romanzo!
Vi confesso che ad un certo punto ho pensato che mi stesse sfuggendo qualcosa, avevo difficoltà a comprendere e non capivo davvero dove stesse andando a parare l’intreccio che si stava creando. E quando i fili hanno iniziato a districarsi e tutti i pezzi del puzzle andare al proprio posto, sono rimasta letteralmente sconvolta! In entrambi i casi, non sono riuscita a mollare questo libro nemmeno per recuperare qualche ora di sonno. Perché è questo che ti fa: ti toglie il sonno.
Non mi limiterò a consigliarvelo, io vi prego di leggerlo. Per le forti emozioni che trasmette, per la bellezza dei personaggi e la loro crescita interiore, ma soprattutto per il messaggio che vi arriverà come una freccia dritta nel cuore. Come un’iniezione di adrenalina pura a un passo dal vuoto assoluto.
Vivete. Amate. E abbiate il coraggio di lottare per ciò che vi rende felici.
Malgrado tutto.
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