Bentornati, cari lettori, in una nuova intervista. La nostra ospite di oggi è Graziella Grazzini, autrice per Tomolo Edigiò, che possiede una mente attiva e creativa che ha deciso di condividere con tutti e non solo con i suoi nipotini. Non vedo l’ora di farvela conoscere, per cui cominciamo subito.

Intanto benvenuta Graziella, è un piacere per me averti qui. So che i tuoi libri sono ispirati ai tuoi nipotini… com’è nata questa bellissima idea?

Un’idea dettata dal cuore, dall’amore infinito che c’è fra nonni e nipoti, un amore indescrivibile, fatto d’intese e complicità.
Non un filo diretto come di solito unisce l’amore tra due persone, no, questo è diverso, sembra sospeso nel tutto e nel niente, un amore tanto profondo e allo stesso tempo vaporoso e tenerissimo.
Mi è sembrato che dar vita a una storia e viverla insieme, ci avrebbe uniti per sempre, perché un racconto prende vita ogni volta che viene letto e ogni volta ci saremmo ritrovati lì, insieme.

Che bellezza. Per i tuoi nipoti sarà per sempre un bellissimo ricordo, un pezzo di voi e del vostro amore che rimarrà per sempre e sarà indelebile. In cosa ti sei ispirata in particolare?

Come ho detto, il desiderio che rimanesse un punto “fisso” di unione e per sempre.
Inoltre, mi ha ispirato il fatto di quanta attenzione avessero quando raccontavo loro gli avvenimenti della mia vita da piccola, storie, storielle e soprattutto i racconti fantastici che inventavo al momento.
Non si stancavano mai di ascoltarmi, per cui usai lo scritto perché rivivessero nel futuro anche quei meravigliosi attimi. Con mio nipote Lorenzo sto continuando e lo farò per un bel po’, considerando che non ha ancora compiuto quattro anni.
Se invece mi riferisco alle ispirazioni riguardo ai racconti, sono tutte indirizzate verso luoghi fantastici, con all’interno situazioni varie e interessanti per stuzzicare la curiosità, vivere esperienze e ricavarne buoni principi.

Credo che per un bambino sia un grande stimolo sentire tutte queste storie, serberanno questa creatività e questi ricordi davvero per sempre ed è una cosa bellissima. Cos’ha significato per te mettere tutto quello che ti passava per la mente nero su bianco?

Il primo avvicinamento alla scrittura è stato con qualche poesia e questo, con sorpresa, mi ha portato a conoscere me stessa più profondamente , ho trovato sentimenti e sfumature che, fino a quel momento, non sapevo di avere.
In seguito ho scritto alcune commedie brillanti, con espressioni in vernacolo usate nelle nostre campagne anni fa.
Alcune poesie, aforismi e la commedia “ Se parlasse il guanciale”, questa scritta in collaborazione con la maestra Rosanna (la cara amica che controlla tutto quello che scrivo), diedero vita a un libro dal titolo “Serio semiserio e (speriamo) da ridere”, con il quale mi qualificai al primo posto nel “Premio Nazionale città di Montecatini”; unico concorso al quale ho partecipato.

Inoltre, mettere nero su bianco è stato per me una forma di riscatto al fatto di essermi dovuta fermare alla quinta elementare per andare a lavorare e collaborare all’andamento della famiglia; cosa che mi provocò tanta amarezza, amavo studiare. Ritrovarmi libera da impegni, al momento della pensione (dopo aver letto molto nel corso della vita), riprendere gli studi anche se solo per prendere la terza media, è stato in parte una riconciliazione con i miei desideri e d’aiuto per realizzare il mio sogno: quello di scrivere un libro per ragazzi.
“Ora è il momento” dissi, e mi gettai nell’impresa. Molte idee erano già in testa e la penna iniziò a scorrere da sola. Mi trovai subito dentro il racconto, gli eventi si susseguivano, i personaggi parlavano e mi accompagnavano nel loro mondo, un mondo fantastico che facevo vivere in mille sfaccettature, una descrizione mi portava all’altra.
Il filo conduttore era sempre presente dove io, insieme a mio nipote Mike, l’amica Chiara e i suoi figli, Sofia e Marco, lo percorrevamo come fosse il vialetto di casa.
Non dimenticherò mai quando arrivai alla fine: ero felicissima, ce l’avevo fatta, interiormente festeggiai il momento insieme alla mia “creatura”: “Il Paese del Tempo” aveva preso vita.
Un paese importante per noi della terra perché è lì che si trova il grande orologio, quello che dà il tempo a noi della terra e guai a non caricarlo tutti i giorni; dovesse fermarsi il nostro mondo si fermerebbe e di conseguenza, una parte diverrebbe glaciale e l’altra arida e deserta.
Un paese pieno di vita e di brave persone.
All’interno si trovano campi di grano, un laghetto con cigni, due soli, case con bizzarri orologi sul tetto, la casa del grande orologio e poi, giochi, gare sia nel cielo a cavallo di aquiloni, sia su un tappeto rigonfio formato da bulbi in infiorescenza; ma tutto questo viene turbato dagli abitanti del “Paese dei dormiglioni” che, per diventare i padroni del grande orologio rapiscono i bambini e… l’avventura continua…

Dopo questo arrivò “E la Valle si trasformò”.
Una valle dove i bambini, imprigionati da un sortilegio, sono diventati tutti tristi.
In questo luogo, invitata da una cugina, vado insieme ai miei piccoli.
Il filo invisibile che percorriamo ci accompagna verso la “Casa del Mistero” e a un finale inatteso.
Le illustrazioni di questo libro sono opera di ogni piccolo che ne fa parte.

Sentire la tua storia mi ha fatto venire i brividi, Graziella. Infondi positività e speranza in chi ti legge e ti ascolta. Hai lanciato un meraviglioso messaggio su quanto sia importante non arrendersi mai nella vita. Non è mai troppo tardi per niente. Tra i tuoi libri, qual è quello preferito e, se c’è, anche qual è il tuo personaggio preferito, se c’è? E se c’è, perché?

È difficile fare un graduatoria, ma se devo scegliere, deciderei per il primo, “Il Paese del Tempo”, perché tutto l’entusiasmo che misi nel realizzarlo, lo ritrovai nei miei primi piccoli lettori e ascoltatori.
Però il personaggio più interessante per me è Camelio che fa parte “Di Bolla in Bolla”, il conte gentile ed elegante che accompagna me, Mike, Lavinia e Duccio nel viaggio all’interno del suo mondo: una grande bolla, facendoci visitare alcune delle tante bolle che volteggiano all’interno di essa.
Ognuna di queste racchiude i sentimenti dell’uomo dove prendono vita. Conosceremo la signora Fantasia, la signorina Allegria, la tristezza, la paura, il coraggio, il mondo degli arcobaleni, la bolla “dotta”, piena di libri e di tanta allegria, girando col treno del magrolino bibliotecario e la bolla dell’amore in tutti i suoi aspetti: per anziani, giovani, adolescenti, per gli animali…

Desidererei anche accennare qualcosa riguardo al libro “C’aria di Natale e di Gioia”.
Un libro più corto, formato da tre storie, dove si può conoscere Giovannino in attesa di Babbo Natale e con lui alcuni animaletti infreddoliti, inoltre, Gioisetta e Gioiosello, due persone simpatiche e un po’ bizzarre come le loro inattese magie, loro sono portatori di gioia che tengono custodita in magiche stelline, conosceremo anche la cara Befana , quella di tanti anni fa che, col suo ciuchino, portava i doni ai bambini nei casolari di campagna.

Dopo averti sentito parlare, vorrei solo tornare bambina per poter leggere le tue storie e sognare con esse. I bimbi che le leggeranno sono così fortunati. Cosa ne pensi in merito alla letteratura per ragazzi? È interessante, utile, quanta importanza può avere e che differenze può fare?

Secondo me è fondamentale perché è un arricchimento per la loro fantasia, creatività, conoscenza di parole nuove, di situazioni da vivere e dove poter fantasticare; questo sarà per loro un continuo stimolo per conoscere, imparare e amare sempre cose nuove.
E qui faccio il paragone con i bambini che, per svariati motivi, non hanno accesso alla lettura; quanto è più povera la loro infanzia e quanto sono e saranno privati di nuove conoscenze.
Su questo mi piace soffermarmi per raccontare com’è nata, grazie a mio fratello, tre anni più grande di me, la mia passione per la lettura.
Lui, fin da piccolo accanito lettore, aveva fatto della nostra casa il punto di riferimento per scambio di giornalini, fumetti e libri, con i ragazzi degli altri casolari vicini, quindi ad aver così tanto da scegliere a portata di mano, come potevo rinunciare a leggere?

Praticamente impossibile, poi una volta che inizi smettere è impossibile, quando ti accorgi che la lettura ti porta in altri mondi e stimola la tua mente in modo costante. I tuoi nipotini hanno letto i tuoi libri, immagino… Cosa ne pensano? Quali sono stati i loro feedback?

Sì, è stato bello; hanno apprezzato molto i miei racconti che hanno letto con passione.
La loro reazione, al primo momento, è stata un po’ di sorpresa, ma poi, prendendo confidenza col racconto, si sono entusiasmati e sentiti importanti e felici di essere i protagonisti e perché “vivono” in un libro.
L’approccio di Lorenzo è stato diverso, il suo interessamento si è focalizzato sulle illustrazioni e quando ha visto quelle dove lui ne è il protagonista, (“Era la mattina della vigilia di Natale”, racconto che fa parte del libro “C’è aria di Natale e di Gioia”) è rimasto sorpreso, perché i disegni rispecchiano, in parte, la sua immagine di quando era più piccolo e anche la mia e dal primo disegno, il luogo dove di solito lo porto col passeggino.
Anche lui, quando ha capito di essere quello nel racconto è rimasto visibilmente soddisfatto e continua a sfogliare le pagine ininterrottamente.
Riguardo ai miei nipoti devo fare una precisazione: Mike, diciottenne, quinta liceo sportivo, e Lorenzo, come già detto, di quasi quattro anni, sono i miei nipoti “veri”, figli dei miei figli, mentre Lavinia, quindici anni, seconda liceo economico sociale, e Duccio, dieci anni, quinta elementare, sono i miei nipoti del cuore, perché sono stata per loro, fin dalla nascita, la loro “tatanonna”.
Poi è rimasta solo la nonna, infatti è così che mi chiamano e l’amore che ci unisce è proprio quello che c’è tra nonni e nipoti.

Beh, questo è proprio l’esempio di come non sia un legame di sangue a creare un rapporto, li consideri praticamente tutti tuoi nipoti e questa è una cosa bellissima. Quali sono per ora i tuoi progetti futuri? Hai in mente altre storie, altri libri?

Nonostante i miei 76 anni, considerando di aver frequentato le scuole medie a 60 anni, iniziare a usare il computer a 72 anni, imparare un po’ di inglese sui 60/ 65 anni, il francese invece verso i 55, i progetti non mancano e, finché avrò vita e “testa”, questa speriamo a lungo, ho intenzione di non mollare.
Quello che faccio mi piace, mi dà soddisfazione, energia mentale e soprattutto la bellezza dei senza confini: liberare la mia fantasia.
Altro punto di forza la devo alla casa editrice “Tomolo Edizioni”, che desidero ringraziare con tutto il cuore, specialmente Viviana, persona splendida, che ha creduto nei miei scritti e fatto sì che, insieme a suo marito, i miei libri ,“Il Paese del Tempo”, “Di Bolla in Bolla” e “C’è aria di Natale e di Gioia” fossero pubblicati e, nel prossimo 2023, sarà la volta di altri due, uno comprende 10 racconti e l’atro uno: ambedue sono in mano alle geniali illustratrici, Linda Danesi e a sua figlia Anna Greta Magnani.
Ritorniamo ai miei progetti, o meglio, al progetto… forse un po’ ambizioso, ed è quello di azzardare a scrivere un libro per adulti. Ci riuscirò? Voglio essere ottimista.

Io non posso che augurartelo, per quanto mi riguarda hai acquisito una nuova fan! Le tue parole, la tua positività e la tua creatività, ti rendono molto più giovane della tua età anagrafica, che è solo un numero e non identifica per niente la tua mente. Il libro per adulti è senz’altro una sfida, ma sento che ne sarai completamente all’altezza.


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