La neve è sempre qualcosa di magico: la neve in montagna, invece, anche molto di più. Questo tuttavia è solo il contorno di “La neve è candida anche in estate” di Enrico Pedace, al quale fa da sfondo un bellissimo paesaggio immerso nelle Dolomiti, il paesino di Moena.

Il protagonista della storia è Lorenzo, un ragazzo che si porta dietro un importante fardello. Cosentino di nascita, si è trasferito a Bologna per frequentare l’università da fuori sede. Dovrebbe laurearsi, invece è fuori corso di alcuni anni, ma i suoi genitori non lo sanno e soprattutto non sospettano nulla. Perso nel divertimento della movida bolognese e dalla cerchia di amici che si è fatto, non ha mai trovato il coraggio di dirlo ai suoi genitori, sebbene in apparenza siano persone comprensive e gentili.
La verità trova però sempre un modo di venire a galla e così si avvera una delle sue più grandi paure: deludere il padre, al quale è molto legato. Difatti, l’uomo non riesce più a guardare suo figlio con gli stessi occhi, tra i sacrifici fatti per il suo ragazzo e farlo studiare, quasi non ci crede al fatto che lo abbia deluso a tal punto.
Decide quindi di punirlo, a modo suo. È estate e invece di farlo divertire al mare nella sua città d’origine, lo spedisce a lavorare a Moena, dove vive un suo amico che gli ha trovato un piccolo impiego. Lorenzo odia la montagna, lui si reputa un uomo di mare, “cosa ci trovano di bello le persone in questa vita e in questi luoghi“, non fa altro che chiedersi.
Dopo un primo impatto demotivante, nel corso dei giorni Lorenzo inizia ad apprezzare quei luoghi, a capirli e, grazie anche ad alcune persone del posto, inizia poi anche ad amarli. Ma c’è molto di più. Una sbandata per la figlia del titolare che lo ha assunto gli fa ritrovare una nuova linfa vitale, ma la situazione è un po’ complicata: stima moltissimo il suo capo, che lo ha accolto a braccia aperte e al quale, in fondo, ha anche mentito, dicendogli che era lì per piacere e non perché ne fosse obbligato.
Lorenzo si ritrova quindi a doversi destreggiare nel groviglio di bugie che ha raccontato, sia al capo che alla figlia, del quale è ogni giorno più innamorato. Ma lui di una cosa è certo: prova dei sentimenti che non aveva mai provato prima di quel momento. Mai avrebbe pensato di trovare qualcosa di simile in mezzo a quelle montagne sperdute, eppure così è stato. Ma se le sue bugie dovessero venire a galla? E quando, a fine stagione, dovrà tornare a casa, cosa farà con lei, con loro? E riuscirà poi a farsi perdonare dal padre?
Con una scrittura fluida e scorrevole, l’autore ci porta in un paesaggio mozzafiato: le Dolomiti. E quale miglior posto dove far nascere un amore, se non in quei luoghi così magici? Questo il protagonista ancora non lo sa e forse anche chi si approccia per la prima volta a questi luoghi, ma durante la lettura credo che chiunque imparerà ad amarli, proprio come ha fatto Lorenzo.
La storia è molto semplice e piacevole, per questo il libro l’ho trovato molto scorrevole e senza troppe pretese, probabilmente anche adatto a una lettura per ragazzi. I sentimenti descritti e narrati sono emozionanti al punto giusto, ma senz’altro il punto forte di tutto il romanzo sono proprio i luoghi. La conoscenza di questi posti si vede che è approfondita e sempre ben descritta, aiutando così il lettore con l’immaginazione delle nostre bellissime Dolomiti. La sensibilità con cui vengono descritte le emozioni denotano un autore con una penna delicata e sempre piacevole, tutto da scoprire perché, si sa, parlare d’amore è tutt’altro che semplice.
0 commenti