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Stavo ancora leggendo “It ends with us” (di cui trovate la recensione in questo articolo) quando ho ordinato il seguito “It starts with us” perché ero troppo curiosa e avevo bisogno di poterlo leggere subito dopo per essere fresca di lettura. Il romanzo è sempre di Colleen Hoover ed il secondo, sempre edito in Italia da Sperling&Kupfer. Già da questo inizio, capirete che ho molto meno entusiasmo rispetto al primo.
È possibile ricominciare dopo aver sofferto così intensamente? Lily, dopo aver attraversato un periodo di dolore e sofferenza, ha trovato la forza di risollevarsi e ha stabilito con Ryle, il suo ex marito, una relazione basata sull’equilibrio per il bene della loro figlia. Tuttavia, quando casualmente si imbatte in Atlas, il suo primo grande amore, e lui la invita a uscire, Lily si ritrova travolta da un turbine di emozioni che pensava di non provare mai più.
Sembrerebbe finalmente che il destino sia dalla parte di questa coppia, ma l’entusiasmo di Lily viene immediatamente frenato dalla consapevolezza che, nonostante la fine del loro matrimonio, Ryle occupa ancora un posto importante nella sua vita. E non c’è uomo al mondo che Ryle detesti di più di Atlas Corrigan, tanto da non volerlo accanto a Lily e alla loro figlia.

Lily e Atlas saranno in grado di raggiungere una conclusione felice, nonostante le innumerevoli difficoltà, o dovranno rinunciare per sempre al loro amore? Lottando contro le avversità, cercheranno di far fiorire una nuova possibilità o saranno costretti a separarsi definitivamente?
Perché ho meno entusiasmo? Beh, innanzitutto perché ho appena finito di leggerlo, quindi sono abbastanza fresca di lettura. L’ho letto più che altro perché ero ormai innamorata dei personaggi, di Atlas in particolare che, secondo me, dovrebbe essere un uomo riprodotto con lo stampino, per inciso. Ma se questo libro l’avessi letto singolarmente, non mi avrebbe lasciato nulla.
Il romanzo, per stessa ammissione dell’autrice, è stato scritto dopo il successo del primo e dopo che le lettrici avessero chiesto a gran voce un seguito per rivedere Lily e Atlas e leggere del loro amore. E fin qui, direi che è tutto a posto, anche se la cosa potrebbe essere un po’ opinabile. Di solito, la minestra riscaldata non è mai una buona cosa… e infatti, secondo me, questa storia meritava di rimanere single.
Non fraintendetemi, l’ho comunque divorato, ma perché vivevo di rendita del primo. In questo romanzo si vede che le idee sono poche e molto confuse, che si creano diverse incongruenze in piccoli dettagli, a tratti un po’ ripetitivo e con dei personaggi raffazzonati e un po’ aggiunti forzatamente e, altri, molto importanti nel primo, completamente abbandonati a sé stessi.
L’idea di dare nuova vita a Lily e Atlas poteva anche essere bella, ma poteva, anzi doveva, essere fatto molto meglio di così perché, volendo, quei personaggi potevano dare ancora moltissimi a noi lettori, ma temo che questo libro non ci sia riuscito granché, se non dare qualche contentino ai fan. Che comunque, ripeto, poteva essere fatto bene.
La considero tristemente un’occasione persa di poter fare un altro romanzo che avesse una sostanza, senza rischiare di cadere nelle dinamiche più ricercate. Se avete letto il primo, dedicate un po’ di tempo anche a questo, giusto per vedere come va a finire, ma se non ve la sentite, mi sento di dirvi che non perdete poi così molto.
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