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«Siamo tutti fenici che risorgono dalle proprie ceneri, che spiccano il volo
verso una destinazione sconosciuta, le punte delle ali forgiate dalle fiamme.»
Non c’è molto che Grace e West abbiano in comune, se non tanto dolore accumulato negli anni e mascherato dietro ai sorrisi finti che rifilano agli altri. Ma quando si è sopravvissuti alle ferite di un passato atroce, quando ci si è salvati a malapena dalle fiamme della morte, riconosciamo all’istante le ceneri che avvolgono ogni sguardo e ogni sogno futuro. E ce ne teniamo alla larga, perché sappiamo con precisione quanto possano essere velenose.
Grace non è la classica protagonista che rasenta la perfezione, dai canoni idealizzati e il profilo disegnato con cura; lei ha il viso sfregiato e parte del corpo deturpata dalle cicatrici di una battaglia che non ha mai scelto di combattere. Era una ragazza piena di vita e senso dell’umorismo, una cheerleader bellissima con un sacco di amici e il ragazzo più popolare del liceo, con la passione per la recitazione e l’aspirazione di realizzarlo sui palchi più importanti del mondo.

Non lo sapeva ancora, la piccola Grace, che quel mondo aveva altri piani per lei. E che in una sola notte, della sua esistenza ne sarebbero rimasti solo brandelli lacerati e irriconoscibili.
Vittima di un incendio che per poco non le ha strappato via la vita, Grace ha imparato ad accettarsi per la nuova persona che ogni mattina è costretta a guardare allo specchio e ce la mette tutta per amare quel riflesso indesiderato e non arrendersi. Ma la verità è che lo detesta, il suo viso, così come i mormorii neanche tanto celati dei compagni, la pietà negli occhi che si posano su di lei per pochi secondi, la realtà di cui fa parte e alla quale non si sente di appartenere.
La sua migliore amica e la nonna sono le uniche ad infonderle coraggio e sangue freddo quando invece avrebbe voglia solo di urlare e smetterla di sbattersi tanto. Quella nonna che l’ha cresciuta, quando la madre è morta a causa di un’overdose, e che ora raramente è lucida, perché affetta da Alzheimer. Spesso non la riconosce nemmeno, e per quanto le faccia male, Grace continua a volerle bene e fare il diavolo a quattro per prendersi cura di lei e non trasferirla in una casa di cura, malgrado sia ciò che tutti le consigliano.
La sua esistenza è scialba e piatta, ma qualcosa cambia nel momento in cui i suoi occhi incontrano quelli dell’unica persona dalla quale si tiene bene alla larga.
West St. Claire.
Il ragazzo più popolare della Sheridan University, l’università che entrambi frequentano.
Ricco, bellissimo, arrogante e irraggiungibile; un play boy incallito e un menefreghista su tutti i fronti.
O, almeno, è ciò che si dice sul suo conto. Ben presto Grace scoprirà che la verità è molto più frastagliata e crudele e che l’aura di magia che avvolge West non è altro che un’immagine finta e pure un po’ sgualcita. Ma alla gente non importa nulla, nessuno si ferma abbastanza a lungo da notare le imperfezioni o i bordi irregolari delle sue menzogne, tutti hanno bisogno di un idolo e West si cala nel ruolo che odia di più al mondo per accontentarli. Ma soprattutto, perché ne ha bisogno.
«Per qualche ragione, insieme riportavamo indietro le persone che
eravamo state un tempo e che ci mancavano da morire.»
Non è il tipo di ragazzo che sorride, né tantomeno che si intrattiene con le ragazze, se non per insignificanti e irripetibili rapporti intimi.
Fino a Grace.
Con lei, West scopre di possedere ancora una parte umana, delle emozioni e la capacità di provare qualcosa di simile ad esse. Sente di nuovo, dopo anni, il suono della sua risata e il modo in cui gli vibra nel petto.
Si dicono che è solo amicizia, perché troppe cose brutte li accomunano, entrambi hanno conosciuto la sofferenza da vicino e se ne sono nutriti per un po’, per il bisogno di sopperire ai sensi di colpa. Ed è proprio perché hanno attraversato lo stesso inferno, conoscono i limiti dell’altro e si impongono di non superarli.
Peccato che si scordano dei propri, di limiti, E quelli, li sgretolano a suon di battute sarcastiche e risposte al vetriolo. Si scheggiano con le regole assurde che si impongono per non ferirsi, accorgendosi troppo tardi che si stanno facendo più male così.
«Avevo dimenticato come respirare senza ferire nessuno.
Avevo dimenticato che quando giochi con il fuoco, a un certo punto ti bruci.»
Come ogni storia di L.J.Shen, anche questa mi ha tenuta con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, per poi restituirmi i sorriso un po’ alla volta. Il suo stile è magnetico, la lettura fluida e scorrevole, tanto che resti incollato alle pagine e non ti basta mai.
Ho amato questo libro, ho adorato Grace e tifato per West, avrei voluto abbracciarli forte e dire loro che il buio non è invincibile e che i loro sentimenti illuminerebbero il mondo intero, se solo trovassero il coraggio di seguirli.
Se volete leggere una storia d’amore che si tatuerà nei vostri cuori, allora scegliete questa.
Non ve ne pentirete. E non ve la dimenticherete.
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