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Il giallo giusto da leggere sotto l’ombrellone (ma anche in altri momenti dell’anno, sia chiaro), ve lo sto per raccontare. E parlo proprio di “Ritratti di morte“, di Pierluigi Porazzi, edito da La Corte Editore. È un giallo che tiene con il fiato sospeso su un caso di omicidio avvenuto molti anni prima, rimasto irrisolto per molti anni.

Il misterioso caso dell’omicidio di Monica, una giovane pittrice, è stato accantonato senza un colpevole per anni. Tuttavia, ora nuovi dettagli emergono dalla penombra, e l’ispettrice Alba Leone sente l’impulso di tornare a gettare luce su questo enigma. Se ne rendono conto solo ora che nei dipinti dell’artista sono celate immagini nascoste, anamorfiche, visibili solo da uno specifico angolo di visione.

Queste immagini sembrano fungere da indizi criptici, una sorta di codice visivo che potrebbe svelare dopo tutto questo tempo l’identità del colpevole. Ogni quadro si presenta come un tassello di un intricato mosaico da assemblare, potenzialmente rivelatore dell’identità dell’assassino.

Per giungere alla verità, Alba si avvale dell’assistenza di un ex poliziotto che era stato coinvolto nell’indagine in passato: Alex Nero. Nel frattempo, Alex si trova alle prese con un omicidio fresco, quello di una giovane studentessa universitaria. Paradossalmente, il principale sospettato è un professore che aveva un legame con la ragazza e che l’ha scoperta morta nel suo appartamento.

Quest’uomo, nel tentativo di dimostrare la sua innocenza, ingaggia Alex per risolvere il caso. Man mano che le indagini avanzano, le traiettorie di questi due omicidi apparentemente separati si incrociano, conducendo i protagonisti in un intricato labirinto di specchi e indizi che sono rimasti sotto gli occhi di tutti, ma che sono rimasti inosservati per anni.

Le vicende si snodano in un intricato intreccio di prospettive, sospetti e misteri, guidando Alba e Alex in un gioco di deduzioni affascinante e pericoloso. Le risposte tanto attese potrebbero giacere nascoste in quei quadri, richiedendo una visione acuta e una percezione profonda per essere rivelate.

In un mondo in cui la verità può essere oscurata dalle illusioni visive e dai segreti celati, Alba e Alex devono imparare a guardare al di là delle apparenze, seguendo le tracce che si nascondono dietro i colori e le forme dei dipinti e dei destini intrecciati.

Lo stile dell’autore fresco e scorrevole, rende questo giallo un libro da leggere tutto d’un fiato, magari, dato il periodo, proprio sotto l’ombrellone in spiaggia. Entrambi i casi narrati all’interno del romanzo, presentano punti morti, momenti in cui sembra che la risposta possa essere una e una soltanto, ma ovviamente è così e l’intuito dei due investigatori non si sbaglia.

Insieme ai due, infatti, il lettore viene coinvolto in prima persona nell’indagine, con la voglia di scoprire cosa sia successo a Monica, ma anche alla giovane studentessa universitaria trovata morta nel suo appartamento. Ogni indizio sembra condurre a un colpevole troppo ovvio per essere vero, specialmente quando l’istinto ti dice che non può essere.

Una menzione particolare la devo porre anche sul finale perché un colpo di scena simile non me lo aspettavo e niente, sono troppo curiosa di sapere cosa, come, perché, cosa succederà ora, ma ovviamente non posso dire di più… vi dico soltanto che, credetemi, non siete pronti a QUEL finale, ma ne avete bisogno e ancora non lo sapete.


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